Ma intanto cresce la fronda interna alla «tirata d’orecchie» di Minasso

Acque molto mosse all’interno di An, alla vigilia del confronto congressuale che una parte del partito rivendica come un diritto e un’altra parte bolla come rischioso, soprattutto in vista delle elezioni amministrative. Intanto si fa sentire, con un testo scritto, il coordinatore regionale, onorevole Eugenio Minasso: «Con riferimento alle notizie più volte apparse sui mezzi di informazione - dichiara lapidario Minasso - circa presunti programmi elettorali di An, sia in termini di candidature, sia di equilibri interni alla coalizione riguardo le elezioni provinciali e comunali di Genova, Rapallo e Chiavari, sottolineo fermamente che quanto sopra sarà responsabilità del presidente e dell’esecutivo provinciale che verranno eletti nel congresso del 4 marzo». In sostanza: una sorta di tirata d’orecchie a chi ha chiesto un rinvio proprio per non interferire con il passaggio delicato delle amministrative. Ma l’attuale presidente provinciale Alfio Barbagallo, uomo di partito con fama non usurpata di «lavoratore» più che «tessitore dietro le quinte», non ci sta. E replica: «Resto convinto, e l’ho fatto presente per iscritto a Gianfranco Fini, che sia meglio rinviare il congresso al dopo elezioni. Sarebbe del tutto irresponsabile - insiste Barbagallo - far bloccare l’attività politica del partito». Poi l’affondo ancora più duro: «La dichiarazione di Minasso è un tentativo di impedirmi di portare avanti il difficile lavoro di preparazione delle liste dei candidati. Forse, invece di diffondere questo tipo di messaggi, il coordinatore regionale farebbe meglio a interessarsi più a fondo di quello che succede nella sua zona, l’Imperiese, dove le cronache giudiziari e politiche non sono delle più tranquille».
A questo punto, la data del congresso provinciale non può ancora considerarsi sicura: «Ho il sospetto, e di questo ho informato Fini - aggiunge il presidente in carica - che la nota di Minasso sia indirizzata ad accontentare candidati di Serie B per bloccare candidati di prestigio. Eppure eravamo riusciti, d’accordo con lo stesso Fini e l’onorevole Maurizio Gasparri, a candidare persone particolarmente degne come Mario Sossi a sindaco di Genova, oltre a elaborare programmi che sono stati accolti nella piattaforma elettorale del professor Enrico Musso».

Meglio, dunque, rimandare il congresso e concentrarsi sulle imminenti amministrative: «Non so cos’abbia in mente, in particolare, Gadolla - conclude Barbagallo -. Ma io ricordo che ha condiviso con me come vicepresidente provinciale le stesse scelte e la linea politica. Il rinnovamento non può essere lui».

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