Per riunire il centrodestra, Berlusconi è pronto a non ricandidarsi, ha detto ieri Angelino Alfano parlando con Casini e confermando quanto ripetuto in più occasioni da Berlusconi stesso. Tale possibilità è stata trasformata subito in certezza più dentro che fuori il Pdl. I colonnelli azzurri (ex An in testa), abbarbicati alle loro poltrone, hanno stappato champagne felici di mettersi nelle mani di Casini per rimpolpare il bottino elettorale da loro dissipato. Già, perché se Berlusconi esce di scena, Casini, dopo essere stato respinto con perdite da Bersani (e superato negli ultimi sondaggi dalla Lega), sarebbe disposto a tornare a casa. Destra e sinistra, per lui, pari sono: basta che corra lo stipendio. E gli allocchi ci cascano. Grande Casini, viva Casini, lunga vita a Casini, quasi incoronato nuovo leader del centrodestra da una classe dirigente liberale che ha perso la bussola e ora rischia di perdere l’onore.
Non sappiamo se sia solo un problema di cattiva comunicazione, ma l’uscita di Alfano fa nascere la sensazione che il Pdl, quattro volte più grande dell’Udc, si stia mettendo in ginocchio davanti al furbo Casini. Non credo fosse questo che aveva in mente Berlusconi quando, sulla nave de il Giornale , annunciò per la prima volta la possibilità di fare un passo di fianco. Avevo capito che il progetto fosse quello di sbaraccare il Pdl (cosa poi confermata nei giorni scorsi) per mettere insieme una grande coalizione di moderati nella quale Casini, a certe condizioni, potrebbe entrare come socio alla pari di tanti altri.
Non vorrei che si invertissero le parti. Se Casini vuole tornare a casa immagino sia il benvenuto. Tutti possono sbagliare e tutti hanno il diritto di ricredersi. Se invece fosse viceversa, beh, allora la questione cambia e non di poco. E il problema, lo abbiamo già scritto, non è se Berlusconi ci sarà o no alle elezioni, ma se ci sarà il Pdl, come e con chi.
E soprattutto: siamo sicuri che Berlusconi abbia già preso la decisione di mettersi in pensione? Per ora non l’ha comunicato e forse più d’uno nel partito, di sua iniziativa, sta affrettando i tempi sull’onda di Renzi. Da possibili rottamati a rottamatori del capo: passo coraggioso, ma assai rischioso.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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