"C'è profonda preoccupazione per la situazione reale del Paese" e "c'è un esigenza evidente di cambiamento". Nonostante questo - ne è convinto il leader del Pd, Pier Luigi Bersani - "siamo in ogni caso il primo partito e dobbiamo avanzare avanzare una proposta utile".
Il segretario del Pd riconosce che il suo "pre-incarico è stato assorbito" dai saggi di Napolitano e non intende "essere un ostacolo", ma ribadisce il suo ruolo e continua a criticare la possibilità di "un governissimo" che chiuderebbe "in un fortino" la politica. Come per il governissimo, è contrario anche a un ritorno al voto, che definisce "ipotesi disastrosa".
Aperto a un incontro con Berlusconi, che però avvenga "in sedi istituzionali", Bersani chiude però alla possibilità di un presidente della Repubblica nelle grazie del Pdl, definendo un paradigma per cui "la destra designa il presidente e noi lo votiamo", un "atteggiamento non accettabile".
La difficoltà principale che rivela Bersani è quella di interpretare "tra dichiarazioni e smentite" la posizione del Movimento 5 Stelle, a cui ricorda che "chi ha avuto il 25% dei parlamentari ha voluto partecipare alla vita parlamentare e non renderla effettiva perchè per partire ci deve essere il governo".
Il ruolo del segretario comunque non cambia. congresso Almeno fino al giorno del , poi "la ruota girerà". O finché sarà d'ostacolo, nel qual caso "è a disposizione perché prima di tutto c'è l'Italia".
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