Se pensassimo all'Europa del futuro come a una federazione di Stati mutuando il modello americano, la nostra prospettiva cambierebbe: un unico bilancio, una sola politica finanziaria, fiscale ed economica e una banca centrale provvista di spalle più larghe per permettere all'Europa liberare il potenziale finora inespresso.
L'ideale sarebbe l'aggregazione più ampia possibile, cioè quella dei 27 Stati che attualmente compongono l'Unione europea. Le cifre parlano chiaro: stiamo parlando di uno Stato con 500 milioni di abitanti (contro i 310 milioni degli Usa), una ricchezza complessiva superiore a quella statunitense, esportazioni inferiori solo alla Cina e con un rapporto debito-pil e deficit-pil nettamente più favorevole rispetto a quello di Washington. A parte la pantomima un po' comica sul rifinanziamento del tetto del debito da parte del Congresso, nessuno ha però mai messo in discussione la capacità degli Usa di ripagarlo, per quanto astronomico esso sia (circa 12.500 miliardi di euro), e nonostante alcuni Stati dell'Unione (come la California) siano di fatto in bancarotta. Il motivo è presto detto: gli Stati Uniti d'America sono un'unica entità, con un solo debito garantito da un unico Tesoro.
Certo, considerato che la Gran Bretagna non hanno aderito all'unione monetaria, è più probabile pensare a una convergenza federalista da parte dei 17 Paesi dell'euro zona. Prima bisognerà superare le riserve della Germania sulla mutualizzazione del debito. Ma il fiscal compact, il Trattato sulla stabilità che obbliga a comportamenti virtuosi in tema di conti pubblici, altro non è che la prima tappa per arrivare un giorno agli Eurobond, dimenticare gli incubi da spread ed essere finalmente percepiti dai mercati come un'area più stabile economicamente e con una bassa inflazione.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.