"Il Colle spieghi perché non taglia le spese"

Lucio Malan (Forza Italia): "Il bilancio si discute in Parlamento, non con intese segrete col governo"

"Il Colle spieghi perché non taglia le spese"

Lucio Malan adesso si mette a fare il lobbista per il Senato a danno del Quirinale? L'emendamento che taglia le risorse alla presidenza della Repubblica è a sua firma...
«Sono un questore di Palazzo Madama. È mio compito gestire il bilancio del Senato. Eppoi gli emendamenti che avevo presentato erano due. Il primo presupponeva proprio quel che dice Donato Marra nella lettera al Giornale. Cioè, i 50 milioni di risparmi di spesa tra gli organi costituzionali dovevano essere parametrati in funzione dei tagli già fatti in passato».

E che fine ha fatto questo emendamento?
«È stato bocciato dal governo».

Cioè, il governo ha detto no all'emendamento che ora Marra suggerisce?
«Più o meno. Molto probabilmente, perché esisterebbe questo accordo tra il Quirinale e Palazzo Chigi - accordo annunciato da Marra e del quale ignoravo l'esistenza - che punterebbe a ridimensionare i tagli alla presidenza della Repubblica. Una formula che trovo singolare: credevo e credo che il bilancio dello Stato debba essere discusso in Parlamento, e non frutto di accordi tra Marra e Delrio».

Invece lei ha rotto le uova nel paniere ed è passato l'altro suo emendamento, che presuppone tagli proporzionali...
«Sul secondo emendamento il governo si è rimesso alla commissione. Ed ho visto molte mani alzate. Forse tutte».

Ma di quali cifre stiamo parlando? I 50 milioni di tagli ai bilanci degli organi costituzionali come saranno suddivisi?
«La Camera dovrà ridurre di 27 milioni, il Senato di 14,6 milioni, la presidenza della Repubblica di quasi 7 milioni, la Corte Costituzionale di 1,5 milioni. Con un particolare. Il Quirinale avrà una dotazione di 228 milioni, livello che conserva dal 2010. Mentre il Senato, rispetto al 2010, ha ridotto il proprio bilancio di quasi l'11 per cento».

Ecco che torna l'anima di lobbista per il Senato...
«Ma no. Il problema che abbiamo provato a risolvere è quello di introdurre tagli proporzionali per tutti gli organi costituzionali. Più o meno il 2,9% per tutti. Non comprendo, pertanto, l'atteggiamento del segretario generale della presidenza della Repubblica, se non in funzione dell'accordo segreto stretto con Delrio».

Il Quirinale dice che la sua parte l'ha già fatta, annunciando la disponibilità ad un taglio di 4 milioni all'anno per il triennio 2015-2017. E, forse, l'accordo con il sottosegretario Delrio terrebbe conto di questa circostanza.
«Sarà senz'altro così. Ma è stato il governo a bocciare l'altro mio emendamento che puntava proprio a modulare i risparmi di spesa in funzione dei risparmi fatti in passato. Il problema è che il Quirinale non ha fatto mai tagli di spesa, se non una piccola riduzione del 2009. E che quel che annuncia Marra nella lettera al Giornale, si tratta di una disponibilità al risparmio che dovrà essere verificata con la prossima legge di Stabilità. Il decreto Irpef che contiene i 50 milioni di tagli agli organi costituzionali riguarda il 2014. Non il prossimo esercizio triennale di bilancio».

Insomma, il Quirinale non voleva rientrare in

quest'ondata di tagli, avendo dato la disponibilità a risparmi futuri...
«Sembrerebbe così. Ma gli organi costituzionali hanno tutti lo stesso peso di fronte al bilancio. E senza accordi più o meno riservati».

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