IL DIBATTITO«Rende più soli», «No, aiuta a condividere» Stampa vaticana divisa sull'effetto web

E proprio quando il Pontefice decide di approdare su Twitter, tra gli organi di stampa del Vaticano, l'Osservatore Romano e Civiltà Cattolica, rivista le cui bozze vengono esaminate dalla Segreteria di Stato della Santa Sede, si scatena una polemica sull'utilizzo delle nuove tecnologie. Molto critico è l'«Osservatore Romano», che con un articolo firmato da Christian Martini Grimaldi dal titolo «Tra realtà e pregiudizio» spiega come l'uso di internet mantiene il dualismo tra la vita off line e la vita on line – considerando la prima come la vita «vera» e la seconda come la vita irrimediabilmente «finta». Ma non solo, secondo Grimaldi, si moltiplicheranno le alienazioni, si confermerà la schizofrenia di una generazione che vive l'ambiente digitale come un ambiente che vive di banalità effimere, sono al punto di diventare tutti «hikikomori», cioè quei giapponesi che vivono isolati dal resto del mondo.

Di convinzione opposta è invece il direttore di Civiltà Cattolica, Antonio Spadaro, che difende la Rete vedendola come una grande opportunità di condivisione, spiegando appunto che al giorno d'oggi i messaggi di senso non possono essere semplicemente trasmessi, devo essere condivisi, esaltando dunque l'open source, lo scambio virtuoso, la capacità di condivisione positiva.

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