Diffamazione, la riforma verso il binario morto

Un voto segreto e il disegno di legge sulla diffamazione potrebbe chiudere il suo iter legislativo con un nulla di fatto. È questo lo scenario che si prospetta per il provvedimento che era nato per evitare il carcere al direttore del Giornale, Alessandro Sallusti, e che invece si è trasformato in un campo di battaglia tra giornalisti e parlamentari. Domani l'aula del Senato tornerà ad occuparsi del ddl su cui, giovedì scorso, l'intesa di maggioranza non ha retto. In si terrà una riunione del gruppo Pdl a Palazzo Madama per fare il punto dal momento che nell'ultima seduta dell'aula i pidiellini dissidenti sono stati 70 circa e per questo il capogruppo, Maurizio Gasparri, aveva chiesto il rinvio alla prossima settimana. Tra le opzioni sul tavolo,quella di stralciare la norma che cancella il carcere per i giornalisti colpevoli di diffamazione e non mettere mano a nient'altro.

Il Pd, invece, vorrebbe un testo erga omnes, che non serva soltanto per salvare Sallusti. Ma se l'iter fosse ancora così accidentato, allora il testo potrebbe tornare in commissione. E questo significherebbe, binario morto.

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