La prossima volta il ministro della Cooperazione Andrea Riccardi farà meglio a coprirsi la bocca come fanno i calciatori che non vogliono essere squalificati. Il ministro vicino a Casini dà voce all’antiberlusconismo. Ma si è già pentito e chissà che non sia troppo tardi. Alla collega Paola Severino - che gli faceva notare l’annullamento del vertice Monti-Alfano-Bersani-Casini - commentava indignato: «Questi qui vogliono solo strumentalizzare, è lo schifo della politica». Poi aggiunge: «Alfano voleva solo creare il caso. Ma quei tempi sono finiti, loro hanno dei problemi nel trovare l’accordo sulla legge elettorale». Un lancio di agenzia buono per scatenare un putiferio e l’indignazione del Pdl. Ma prima del terremoto mediatico arrivavano le scuse ufficiali su indicazioni del premier Monti. «Si è trattato di battute estrapolate nel corso di una conversazione informale, captate a distanza da alcuni giornalisti e non riportate nella loro interezza né nel loro genuino contesto, tanto da apparire forzate. A tali battute non si può attribuire pertanto alcun valore di giudizio personale. Mi scuso se qualcuno si possa ritenere offeso. Ho sempre avuto con l’onorevole Alfano un rapporto cordiale e sincero».
Troppo tardi. Il Pdl alza la voce e ne ha ben donde. Il professor Brunetta torna a usare la bacchetta: «Parole pesanti. Al ministro pro tempore Andrea Riccardi dico che tutte le opinioni sono lecite, ma il disprezzo della politica è anche il disprezzo della democrazia. Inoltre, un ministro in carica che non ha mai ricevuto alcun mandato popolare farebbe bene a misurare anche quello che pensa...».
Prima delle scuse era arrivata, su Twitter, la dura presa di posizione di Maurizio Gasparri che consigliava a Riccardi di dedicarsi ad altro. «Riccardi smentisca le parole inaccettabili attribuitegli o si dimetta immediatamente». Al vice capogruppo Pdl alla Camera Maurizio Bianconi preme ribadire «che Angelino Alfano si è comportato da vero segretario di un grande partito. E che le dietrologie del ministro Riccardi ne definiscono capacità, personalità e interessi rappresentati. Se gli fa tanto schifo la politica si dimettesse pure, non sa quanto schifo fa a molti di noi essere costretti a votargli la fiducia. Nessun bravo italiano ne sentirà certamente la mancanza». «Se al ministro Riccardi facciamo schifo può benissimo prendere definitivamente le distanze da noi dimettendosi. In caso diverso metterebbe in evidenza una straordinaria dose di doppiezza e di opportunismo continuando a fare il ministro col voto di chi disprezza» aggiunge Fabrizio Cicchitto. Meno elegante il tono del deputato Guido Crosetto: «A me non fa schifo Riccardi. Sarà forse dovuto al fatto che non lo conosco. Ma se anche lo conoscessi e per ventura mi facesse schifo, non ingloberei nel giudizio che ho su di lui tutto il mondo del volontariato. A lui, sedicente cattolico, consiglio di rileggere cosa dice della politica al di là delle miserie umane di quanti possano provare a viverla.
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