Paolo Tommasino, ormai è lex sindaco di Manduria. Potrà ammetterlo: di «primitivo» nella sua cittadina ora cè il caos immigrati...
«La situazione è esplosiva. Ma in realtà non ho mai smesso di fare il sindaco: fino a cinque minuti fa ero alla tendopoli».
Più pericolosi i compaesani inferociti o i clandestini?
«Laltra notte là dentro cerano qualcosa come 3mila e 300 persone, poi 2mila sono scappati. È peggio linciviltà degli amministratori padani che evitano di accollarsi il problema facendo a gara a chi grida di più».
In paese la seguono alla lettera: cè chi accompagna gli immigrati alla stazione. Solo andata per il Nord.
«Prima le ronde di buttadentro, ora ci mancava il servizio taxi... diciamo che è inappropriata solidarietà, provano a metterci una pezza. Comunque non abbiamo mai fatto barricate, sin da subito abbiamo offerto una disponibilità fattiva per risolvere lemergenza umanitaria».
Fino a quando sono approdate le navi stracolme da Lampedusa.
«Il sito individuato dal ministero della Difesa, il nostro vecchio aeroporto militare, doveva ospitare al massimo 500 tunisini in tutto. Invece ne sono arrivati subito 540, il giorno dopo altri 1.440. Tutto il contrario di quanto ci avevano garantito il Viminale, parola del sottosegretario Mantovano».
Altro dimissionario.
«È evidente che sulle scelte del governo ha pesato troppo la Lega».
Perciò si è sentito «tradito da Berlusconi», che è il suo leader.
«Guardi, non ho mai attaccato il premier. Se sono stato un po meno solo a gestire lallarme devo dire grazie al governo nazionale».
Che fa, già ricuce?
«Ha telefonato Maroni chiedendomi di ripensarci, promettendo che smantellerà la tendopoli nel giro di un mese. Ma io non aspetto altro che ritirare le dimissioni. Basta una risposta forte per il mio territorio. E faccio un invito».
A chi?
«A Silvio Berlusconi.
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