Il premier in aula determinato: "Farò luce sul caso Kazakhstan"

Il caso Kazakhstan approda in Parlamento . L'Aisi nega coinvolkgimenti: "I pm sanno tutto". E Letta assicura che il governo se ne farà carico

Il premier in aula determinato: "Farò luce sul caso Kazakhstan"

Roma - «Ho disposto un'accurata indagine interna i cui risultati saranno presto resi noti al Parlamento e all'opinione pubblica. Non saranno tollerati ombre e dubbi». Il caso Ablyazov approda in Parlamento e il premier Enrico Letta assicura che il governo se ne farà carico. La vicenda è quella dell'estradizione da parte dell'Italia verso l'ex repubblica dell'Unione sovietica della moglie e della figlia del più noto dissidente kazako. Da Roma la famiglia di Mukhtar Ablyazov è stata estradata in Kazakhstan e lo stesso oppositore si era rivolto a Letta per chiedere di fare «piena luce sulla deportazione di mia moglie e figlia» nel Paese asiatico «dove ora sono in ostaggio di Nursultan Nazarbayev». Nella vicenda ci sono «interrogativi» ai quali si dovrà dare risposta, ha sostenuto Letta rispondendo al question time.

Quella del dissidente è una delle vicende che in questi giorni sono finite nelle ricostruzioni che danno conto delle difficoltà dell'esecutivo. Utilizzata per attaccare il ministero dell'Interno e indirettamente il ministro e vicepremier Angelino Alfano. Ieri ambienti dell'intelligence hanno fatto trapelare «irritazione e stupore per queste illazioni» e i vertici dell'Aisi ha escluso un coinvolgimento nella storia che sarebbe stata «trattata direttamente, ed esclusivamente, da una forza di polizia».
Ma in cima alle preoccupazioni governative resta la sentenza della Cassazione su Berlusconi arrivata in tempi da giustizia svedese più che italiana. Rispetto a martedì il governo e il premer Enrico Letta ieri ostentavano tranquillità. «Non possiamo fare altro che andare avanti con i nostri impegni», ribadiva ieri una fonte di Palazzo Chigi. «Un gruppo della maggioranza ha sentito la necessità di approfondire dei temi, ma l'attività parlamentare è andata avanti come dimostra il question time», ha aggiunto la fonte riferendosi all'Aventino del Pdl, che poi si è ridimensionato a un giorno di stop.

Qualche preoccupazione resta, ma non come martedì, quando si era temuto veramente per la tenuta della strana maggioranza. Il ministro per i rapporti con il Parlamento Dario Franceschini si è fatto carico di trasmettere al centrodestra i timori di Letta e riservatamente ha fatto presente che se ci fosse veramente stato un Aventino sarebbe «saltato il banco». Cioè il governo si sarebbe dimesso.
Lo stop del Pdl non è comunque stato indolore per l'attività del governo. Ieri pomeriggio si doveva tenere la cabina di regia per definire la copertura del rinvio dell'Iva, ma è saltata, ufficialmente per lo stop ai lavori parlamentari. La partecipazione del presidente del Consiglio non era prevista, ma si è voluto evitare una vetrina che avrebbe messo a nudo i mal di pancia. Un po' di sollievo è arrivato con il compromesso sull'Aventino parlamentare minacciato dal Popolo della libertà. Un giorno invece di tre, significa non bloccare del tutto l'attività del governo.

Prossimo passo: mettere in agenda un altro appuntamento per la cabina di regia. Sicuramente prima di quello già programmato per il 18 luglio, che si dovrà occupare di Imu. Ancora non è stato calendarizzato, ma non è possibile affrontare tutti i temi in un'unica riunione. Quella che si doveva occupare delle eventuali coperture alternative sull'Iva (ora finanziata con un aumento dell'anticipo delle imposte) e del lavoro sarà riconvocata nei prossimi giorni. Ma, spiegavano ieri fonti dell'esecutivo, solo quando il clima si sarà raffreddato. Si spera la prossima settimana. L'eventualità che le tensioni non si plachino non viene nemmeno messa in conto.
In serata, Letta ha anche incontrato il ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni per mettere a punto nuove proposte di copertura, rispetto a quelle avanzate nei giorni scorsi.

Il paradosso, osservavano fonti della maggioranza, è che lo sprint dei giudici sulla vicenda Mediaset, rafforza le posizioni del centrodestra sui contenuti. «Difficile dire no», spiegavano giorni fa fonti Pd, «alle proposte del Pdl su Imu e Iva se i sostenitori di Berlusconi sono già sul piede di guerra sul fronte giustizia». AnS

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