RomaSchegge di spending review. In Parlamento Carlo Cottarelli presenta il trailer di quella che potrebbe essere la revisione della spesa: 85mila statali di troppo, sovrapposizione delle forze di sicurezza, pensioni. Per un totale di 5 miliardi entro il 2014 (34 nel triennio). «Potevano essere 7», spiega il commissario che dalla prossima settimana si trasferirà a Palazzo Chigi. Il film intero uscirà «prossimamente». Verosimilmente a fine aprile, in piena campagna elettorale per le Europee. E sarà contenuto nel Def, Documento di economia e finanza. Un documento che delinea il quadro tendenziale e (talvolta) anche quello programmatico di finanza pubblica. Si tratta, però, di un testo che non ha forza di legge, tant'è che dev'essere approvato dal Parlamento con una risoluzione. E sulla base di questo documento, il governo definisce i contorni della legge di Stabilità. È per queste ragioni che Cottarelli immagina che la «sua» spending review potrà produrre effetti «a partire da maggio». Cioè, dopo l'approvazione del Def. A cui deve seguire l'approvazione dei provvedimenti che introducono le misure di revisione della spesa. Insomma, una manovra che arriva in concomitanza con il taglio fiscale annunciato da Renzi; sebbene i suoi risparmi non potranno essere utilizzati per dare copertura agli sconti della busta paga di maggio.
Cottarelli, però, non abbandona il ruolo di tecnico. E dice che ogni scelta dovrà essere assunta dall'autorità politica. Anche perché il suo trailer di spending review non è piaciuto a ministri, sindacati, rappresentanti delle forze dell'ordine.
STATALI
Quelli in eccesso sarebbero 85mila, conferma il commissario. «Ma si tratta di una stima di massima. Un problema che può essere risolto assorbendo in altre parti le persone in esubero». I conti, però, non tornano. Con la riforma dello strumento militare, il sistema Difesa deve alleggerirsi di 50mila persone: 40mila militari, 10mila civili. Ne consegue che il 60% degli esuberi di personale sarebbero legati alle stellette. «La Difesa non può essere il bancomat dello Stato», rileva il ministro della Difesa, Roberta Pinotti. Curiosamente anche la Uil del pubblico impiego usa la stessa formula per criticare gli esuberi di Cottarelli.
FORZE DELL'ORDINE
«È evidente che ci sono sovrapposizioni dei compiti e di coordinamento» nel settore. Ed il quadro completo arriverà a settembre. Il commissario si chiede: «Perché la guardia di Finanza deve avere un reparto antisommossa se fa la polizia finanziaria?». La risposta gli arriva direttamente dal Comandante generale delle Fiamme Gialle, Saverio Capolupo: «Abbiamo già fatto la nostra spending review. Ed il nostro organico è carente di 10mila unità». Anche il Cocer dei carabinieri è contrario al programma di Cottarelli, come quello della polizia; soprattutto sul fronte dell'unificazione dei diversi corpi di forze dell'ordine. Ed Angelino Alfano, da Washington, precisa che non è una sua richiesta quella dell'unificazione delle diverse polizie.
PENSIONI
È uno dei temi più delicati. Nel programma consegnato al governo, Cottarelli immagina un contributo a carico di chi riceve un assegno superiore ai 26mila euro. In Parlamento, il commissario precisa che si tratta di «decisioni politiche». In qualunque caso, «il contributo era di pochi euro al mese per poi crescere per scaglioni di reddito più alti... E, comunque, si può anche decidere che (la previdenza) sia un'area che non si tocca». Che sia un tema sul quale, nonostante le accuse della Cgil («È un attacco al welfare»), Cottarelli punta molto lo si capisce dalle argomentazioni tecniche. I risparmi previsti dalle pensioni - osserva - «sono nell'ordine dell'1%, molto meno di quanto si risparmierebbe in altri settori. Per i costi della politica - anticipa - si parla di una riduzione dei costi del 10%».
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