Grillo attacca Casini: "Rimborsi elettorali? Il M5S non vuole soldi"

Il Movimento 5 stelle non vuole soldi. Dopo gli scandali sui rimborsi elettorali, la vittoria a Parma con una campagna elettorale da appena 6mila euro, dopo l'exploit alle scorse amministrative, Beppe Grillo torna a sottolineare le differenze della sua creatura dai partiti tradizionali. Come al solito, lo fa a suo modo, con un post sul suo blog. E se la prende con Pier Ferdinando Casini - "Azzurro Caltagirone" - reo di aver presentato un emendamento, approvato dalla Camera, che vincola l’erogazione di rimborsi elettorali all’esistenza di uno Statuto. Un requisito che il M5S non ha e che anzi ha sempre rifiutato. 

"La febbre terzana che ha colpito Bersani che sproloquia di non vittoria ha colpito anche Azzurro Caltagirone, in arte Casini", scrive Grillo ricordando che in passato il suo movimento ha rifiutato qualsiasi rimborso. "Difficile da capire per i partiti che sui soldi ci campano", aggiunge, "La mossa piercasinanda (copyright Travaglio) è da vero politico consumato. Riflettete: se il M5S non vuole i soldi è allora necessaria una legge ad hoc per impedirgli di prenderli".

Il comico genovese fa poi notare come nell'emendamento dell'Udc sia richiesto che lo Statuto sia "conformato a principi democratici nella vita interna con particolare riguardo alla scelta dei candidati, al rispetto delle minoranze, ai diritti degli iscritti".

Una mossa che Grillo definisce un autogol: "I candidati nei partiti sono infatti nominati dai segretari di partito grazie alla legge elettorale Porcellum, alla faccia della democrazia interna. Quindi non potranno più percepire rimborsi. Giusto? Giusto!"