Felice Manti
da Milano
La Finanziaria che si sta discutendo in Senato nasconde lennesimo regalo a Cgil, Cisl e Uil, «nascosto» nei commi dal 699 al 713 del dl 1183 arrivato in Senato, che ripropongono due articoli della Finanziaria, il 177 e il 178. Questi due articoli, come già denunciato dal Giornale allinizio di novembre, prevedono che un imprenditore che voglia autodenunciare un lavoratore in nero debba obbligatoriamente coinvolgere i tre sindacati «comparativamente più rappresentativi».
«Così si regala a Cgil, Cisl e Uil il potere di grazia, che spetta solo al capo dello Stato, e si vìola larticolo 39 della Costituzione - denuncia il professor Sergio Fois, docente emerito di Dottrina dello Stato allUniversità di Sassari e già docente di Diritto costituzionale alla Sapienza di Roma».
Che cosa prevedono i due articoli?
«Un accordo tra il privato e le sigle sindacali cosiddette maggiormente rappresentative, parola sconosciuta alla Costituzione. Questo passaggio di fatto rende carta straccia larticolo 39 della Costituzione sulla libertà di associazione sindacale, che prevede la contrattazione solo da parte dei sindacati registrati, mentre allo stato degli atti tutti i sindacati sono associazioni meramente private (giuridicamente non diverse, ad esempio, da un circolo di bocciofili) e tali, da sempre, hanno preteso di restare».
E questo che cosa comporta?
«Larticolo 39 recita: lorganizzazione sindacale è libera. Dunque non si può limitare il loro ambito né si può dare loro un potere. Né quello di condizionare sanzioni penali e amministrative né di sospendere un potere pubblico come lispezione e la vigilanza sul lavoro. Così si incide in modo diretto e grave su una forma di potere esercitato in via di grazia, come se fosse latto di benevolenza di un sovrano. Il potere di grazia, invece, come sancito anche dalla decisione della Corte Costituzionale sul conflitto di attribuzione tra il Guardasigilli e il capo dello Stato, sollevato dallallora ministro della Giustizia Roberto Castelli, appartiene in via esclusiva al presidente della Repubblica».
Se la Finanziaria dovesse essere approvata così comè si presterebbe dunque a rischi di incostituzionalità...
«Ne ho la ragionevole certezza. Ma la decisione conseguente che spetta agli organi giurisdizionali arriverebbe solo molto dopo.
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