Arrivano le prime cinque condanne per il naufragio della Costa Concordia all'Isola del Giglio la sera del 13 gennaio 2012. A pochi minuti dalla sentenza del gup Pietro Molino si levano le prime forti critiche degli avvocati di parte civile: Ieri il tribunale di Grosseto ha accolto le richieste di patteggiamento, che già avevano avuto l'avvallo della Procura. Quasi due anni a Ciro Ambrosio e 18 mesi a Silvia Coronica, ufficiali di plancia. Venti i mesi a Jacob Rusli Bin, timoniere della Concordia, tutti accusati di naufragio colposo, omicidi colposi e lesioni colpose. Due anni e mezzo a Manrico Giampedroni, hotel director della Concordia. La pena più alta, 34 mesi, a Roberto Ferrarini, capo unità di crisi Costa Crociere, per la gestione dell'emergenza da terra, quella notte del 13 gennaio 2012 in cui la Concordia naufragò davanti all'isola del Giglio. Una tragedia costata la vita a 32 persone. Qualche giorno fa, nell'aula allestita al Teatro Moderno di Grosseto la difesa del maggior imputato, ovvero il comandante Francesco Schettino, unico imputato con le accuse di omicidio colposo plurimo, disastro colposo e abbandono di nave, aveva annunciato di voler chiedere anche per lui il patteggiamento: 3 anni e 5 mesi». Ma la Procura si è opposta. «In una organizzazione complessa quale è la navigazione e il governo di una nave da crociera come la Costa Concordia, le singole possibilità di intervento dei 5 imputati che patteggiano nell'ambito delle rispettive posizioni di responsabilità e garanzia cedono il passo a fronte di scelte decisionali di segno differente ed opposto adottate dal titolare del comando», cioè Francesco Schettino, scrive il gup Pietro Molino nelle motivazioni della sentenza. «Pertanto- specifica il gup- le soglie» delle pene concordate appaiono logiche e coerenti anche nello specifico delle singole posizioni» degli imputati e del rapporto fra le medesime: la gradazione delle pene concordate evidenzia infatti come più alte» quelle «per gli imputati Ferrarini e Giampedroni, ossia gli imputati a cui viene mosso un rimprovero per così dire più autonomo in quanto ricollegato a posizioni di responsabilità che non si inserivano nel rapporto gerarchico tra l'equipaggio di bordo e la catena sottoposta al comando supremo del comandante della nave» Francesco Schettino.
«È una giustizia vergognosa, sono pene da abuso edilizio, non da omicidio - ha commentato l'avvocato Massimiliano Gabrielli, del pool Giustizia per la Concordia -. Si dà 1 anno e 11 mesi all'ufficiale di plancia e 7 anni a Emilio Fede. Questa è la giustizia in Italia». «Ce lo aspettavamo ma sono patteggiamenti ingiusti - ha detto l'avvocato di parte civile Daniele Bocciolini».
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