Imu, il Cav non fa sconti a Letta: "Abolizione alla base dell'accordo"

L’abolizione dell’Imu sulla prima casa rischia di minare le fondamenta dell’esecutivo. Il Pdl non ha nessuna intenzione di fare passi indietro sulla cancellazione della tassa immobiliare. Lo chiarisce, senza mezzi termini, Silvio Berlusconi in persona che manda un inequivocabile avvertimento al premier Enrico Letta e agli alleati del Pd: "L’impegno che abbiamo preso nell’ultima campagna elettorale, quello stesso impegno che è alla base dell’accordo che ha portato alla formazione del governo di larghe intese, è chiaro: l’Imu sulla prima casa e sui terreni e fabbricati funzionali alle attività agricole non si deve più pagare». Il leader del Pdl poi garantisce: «Non verremo mai meno al nostro impegno sull’Imu, è una battaglia di libertà". Del resto, insiste l’ex premier in una lunga nota, "è un impegno di fondo dell’accordo di governo con Letta, ma è anche e soprattutto lo stimolo fondamentale per far ripartire la nostra economia".

Da Palazzo Chigi nessuna reazione ufficiale alle parole di Berlusconi. Ci pensa la senatrice piddì Anna Finocchiaro a replicare duramente: "L’abolizione richiesta dal Pdl non rientra nei programmi del governo che ha invece assunto l’impegno di una rimodulazione della tassazione sugli immobili". Una dichiarazione di guerra che destabilizza l'esecutivo proprio nel giorno in cui il parlamento va in vacanza. Il braccio di ferro sull'odiatissima imposta immobiliare rischia di essere la miccia che potrebbe portare alla crisi di governo. "Sull’argomento si è già espresso il premier e nulla vi è da aggiungere", fanno sapere fonti vicine a Palazzo Chigi ricordando che le linee direttrici sull’Imu sono il discorso programmatico alle Camere e quanto elaborato dalla cabina di regia insediata a fine luglio. In conferenza stampa, questa mattina, Letta aveva tentato di gettare acqua sul fuoco delle polemiche che infiammano la maggioranza, dopo che ieri il ministro dell’Economia Maurizio Saccomanni nell’elencare le nove proposte su cui si sta ragionando, aveva sottolineato che "la proposta di esenzione totale dall’Imu non sembra pienamente giustificabile sul piano dell’equità ed efficienza del tributo". Parole che hanno suscitato la dura reazione del Pdl.

Oggi il premier è tornato a ribadire la dead line di fine agosto, assicurando che il governo "è abituato a navigare tra i marosi, ma questa nave è più solida di quello che i suoi detrattori pensano". Quanto all’Imu, ha garantito, "sono questioni importanti e troveranno un punto di sintesi per la fine di agosto, quando presenteremo le soluzioni". Per Berlusconi, però, l’Imu non si deve più pagare "non solo per motivi di libertà, ma anche e soprattutto per ragioni economiche più che fondate". Del resto, osserva il Cavaliere, la cancellazione della tassa "è anche e soprattutto lo stimolo fondamentale per far ripartire la nostra economia". Ma il Pd frena. "Adempiere alla promessa berlusconiana vuol dire rassegnarsi all’aumento dell’Iva - replica il viceministro all’Economia Fassina - pagata anche dai disoccupati e dai pensionati al minimo; oppure abbandonare a loro stessi decine di migliaia di esodati". Mentre il responsabile Economia democrat, Matteo Colannino, rilancia: "Se Berlusconi vuole aprire una crisi sull’Imu si assume una responsabilità gravissima".

In serata esce l'anticipazione di un'intervista di Guglielmo Epifani all'Unità: sull’Imu "Berlusconi sbaglia.

Nel discorso programmatico che ha ricevuto la fiducia del parlamento, Letta ha detto: Superare l’attuale sistema di tassazione della prima casa e dare tempo a governo e Parlamento di elaborare e applicare una riforma complessiva che dia ossigeno alle famiglie, soprattutto a quelle meno abbienti. Ora il governo - dice Epifani - su questa indicazione trovi una soluzione equa".