Mosca È morto a Izhevsk alla veneranda età di 94 anni Mikhail Kalashnikov, progettista del mitico fucile automatico AK-47, forse l'arma da fuoco più famosa del ventesimo secolo. Kalashnikov inventò un'arma che spesso fu simbolo di massacri indiscriminati, ma ai tempi dell'Unione Sovietica era considerato un eroe e nella Russia di oggi è un simbolo dell'orgoglioso passato militare di Mosca. A Izhevsk (la sua città natale nella regione degli Urali), si trovava ricoverato dallo 17 novembre scorso, in rianimazione. Kalashnikov aveva smesso di lavorare solo un anno fa per problemi di salute, soprattutto cardiaci. Aveva 20 anni quando, subito dopo la Seconda Guerra Mondiale, creò la micidiale arma che porta il suo nome: nel mondo ne sono stati prodotti 100 milioni di esemplari. Nonostante l'enorme successo dell'Ak-47, la compagnia che lo produce era andata incontro negli ultimi anni a grosse difficoltà, tanto da dover essere privatizzata e riaprire con un nuovo nome grazie all'apporto finanziario di nuovi investitori. Kalashnikov l'anno scorso aveva ceduto alla nuova compagnia l'uso gratuito del suo nome per aiutarne il rilancio. Eroe della Russia e due volte eroe del lavoro socialista in Urss, Kalashnikov aveva avuto un'infanzia tragica: tutta la sua famiglia, contadini considerati ricchi, fu vittima della repressione staliniana e lui stesso fu deportato a soli 11 anni. Ferito nei primi combattimenti della seconda guerra mondiale, nel 1941, fu evacuato nelle retrovie e cominciò a mettere a punto quella che nel 1947 diventerà l'Ak-47. Al fucile d'assalto, Kalashnikov dedicò veramente tutta la sua vita.
«Lavoro quattro giorni a settimana a cominciare dalle otto e mezza del mattino», raccontava qualche anno fa il generale che diceva di amare le passeggiate nei boschi, la caccia e la pesca ma che soprattutto confidava che se avesse dovuto ricominciare, avrebbe rifatto tutto da capo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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