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Monti umilia tutta l'Italia "I marò tornano in India"

I fucilieri sono partiti ieri sera. I familiari: "È troppo, morale zero"

Monti umilia tutta l'Italia "I marò tornano in India"

Incredibile, ma vero: il governo rimanda in India i marò. Prima aveva deciso di tenerli in Italia, dove erano rientrati grazie a un permesso elettorale di quattro settimane concesso dagli indiani. E ora, che Delhi ha mostrato i muscoli, cambia idea rispedendoli nelle fauci del leone. Una linea assurda e schizofrenica sulla pelle dei due marò.

Massimiliano Latorre e Salvatore Girone sono partiti ieri sera per Delhi, dopo essere tornati nelle rispettive case per un breve saluto. «Maledetti, maledetti», è stato l'urlo disperato di una donna che ha accompagnato l'uscita da casa, a Bari, del marò Salvatore Girone. I due militari sono stati accompagnati dal sottosegretario agli Esteri, Staffan De Mistura. «La parola data per un italiano è cosa sacra» ha esordito De Mistura, dopo che per un anno gli indiani ci hanno presi a pesci in faccia. «La decisione di sospendere il ritorno era basata sul silenzio indiano a una nostra richiesta chiara: la corte non può nemmeno contemplare una pena capitale. Abbiamo ricevuto oggi una dichiarazione scritta, sia sul trattamento dei marò, che su questa questione», ha continuato il sottosegretario. In pratica l'India ci assicura che non manderà Latorre e Girone sul patibolo e noi ringraziamo rimandandoli indietro: «Manteniamo la parola, ma restiamo fermi sulla posizione che vanno giudicati in Italia e che chiediamo un arbitrato internazionale. Tornano a Delhi, ma in ambasciata come uomini liberi di circolare. Una decisione difficile ma onorevole». E forse un po' folle rispetto a quella dell'11 marzo, quando è stata annunciata con tanto di note ufficiali al governo indiano, che i marò restavano in Italia.

L'incredibile svolta a U è stata definita ieri mattina nella riunione del Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica, con i vertici della Difesa, Esteri, Interno e Giustizia. Qualche ora dopo Palazzo Chigi ha dato il via libera definitivo. Il premier Monti, insieme al Ministro della Difesa Giampaolo Di Paola e al Sottosegretario agli Esteri Steffan de Mistura, hanno incontrato i fucilieri di Marina. Latorre e Girone devono aver fatto buon viso a cattivo gioco. I fucilieri del San Marco obbediscono, anche se gli ordini sono assurdi. Il capo dello stato ha telefonato a Latorre, che una settimana fa lo aveva ringraziato per l'impegno. Napolitano aveva premuto per far restare i marò restare in Italia. In una nota Palazzo Chigi spiega che «alla luce delle ampie assicurazioni ricevute il Governo ha ritenuto l'opportunità, anche nell'interesse dei fucilieri - si legge nella nota - di mantenere l'impegno del ritorno in India entro il 22 marzo». A Delhi tirerà un respiro di sollievo l'ambasciatore Daniele Mancini, che la Corte suprema aveva bloccato e voleva punire per l'affidavit firmato sul rientro dei marò. Le famiglie dei marò hanno spiccicato poche parole, frastornate: «Una cosa troppo grande» e «morale a zero». I messaggi che giungono al Giornale dai militari in servizio non lasciano spazi a dubbi.

Questo è il tenore: «Siamo davvero dei pagliacci».

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