Non c'è più pace nemmeno nell'aldilà i tagli colpiscono più di 16mila cimiteri

Gli effetti della crisi non si fanno sentire solo sui crisantemi e sui funerali. Ora è la stessa Commemorazione dei Defunti a essere a rischio nei 16.000 cimiteri italiani a causa delle scarse risorse disponibili. È l'allarme lanciato da Federutility, Federazione che associa le imprese dei servizi idrici, energetici e funerari-cimiteriali: «I cimiteri italiani registrano un drammatico peggioramento delle condizioni del servizio, a causa dei tagli e di una legislazione incoerente. Non è più sostenibile che il servizio pubblico funerario e cimiteriale sia garantito ai cittadini grazie alla buona volontà dei singoli operatori, nella generale indifferenza della politica», denuncia Adolfo Spaziani, direttore Generale di Federutility.


La stretta di bilancio, cui gli enti pubblici proprietari della gran parte dei Cimiteri sono soggetti, dice Spaziani, incide pesantemente sulla qualità di un servizio pubblico indispensabile e socialmente sensibile.
In ogni caso il comparto funerario, che vede impegnate circa 25 mila imprese, secondo il Codacons non conosce crisi: in media per un funerale si spendono 4.050 euro il 15,7% in più rispetto a tre anni fa.

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