Occhio, se si va a votare sarà derby Silvio-Beppe

L'esecutivo davanti a un bivio: o rinuncia al giro di vite oppure la maggioranza si sfalda. Il che significa nuove elezioni anticipate

Occhio, se si va a votare sarà derby Silvio-Beppe

Non si può evitare di aumentare l'Iva? Non si può evitare di infliggere l'Imu sulla prima casa? E allora, cari signori della sinistra, rassegnatevi alla caduta del governo presieduto da Enrico Letta. I patti erano chiari e l'amicizia poteva essere lunga. Ma se i patti si rompono, si rompe anche l'amicizia.

Non entriamo nel merito delle questioni sul tappeto se non per dire che l'inasprimento dell'imposta sul valore aggiunto non favorisce un maggiore introito fiscale, semmai una contrazione dei consumi, cioè un altro colpo mortale all'economia già in dissesto. Quanto all'Imu, è noto: si tratta di tassa iniqua, specialmente per quelle famiglie che hanno acquistato un appartamento col mutuo e sono costrette a versare ogni mese pesanti rate alle banche, le autentiche proprietarie dell'immobile per effetto dell'ipoteca a garanzia del prestito.

Ma queste sono cose di cui si dibatte da sempre e dovrebbero essere entrate in testa a tutti: non sono opinioni, bensì dati di fatto. Se l'esecutivo non è in grado di inventarsi soluzioni diverse dall'innalzamento dei tributi, gli conviene gettare la spugna, perché il Pdl, dopo aver impostato la campagna elettorale contro la tortura fiscale, oggi non può porre la propria firma su provvedimenti che ingiungano altri balzelli asfissianti.

L'esecutivo si renda conto di essere davanti a un bivio: o rinuncia al giro di vite che punirebbe ancora di più i contribuenti oppure la maggioranza si sfalda. Il che significa nuove elezioni anticipate, in quanto alle cosiddette larghe intese non c'è alternativa. Un'alleanza tra Pd e Movimento 5 stelle infatti non è realistica. Beppe Grillo non ci sta. Non ha alcuna intenzione di reggere la coda ai bersaniani di risulta. Preferisce - lo sappiamo con certezza - tornare alle urne, essendo convinto che il suo gruppo, per quanto scosso da polemiche interne, sia destinato a guadagnare consensi. Simile valutazione si basa sul seguente elemento di giudizio: il M5S, se depurato dai contestatori interni, non può non rafforzarsi e presentarsi agli elettori come l'unico partito capace di rubare voti alla sinistra, la cui inadeguatezza sarebbe dimostrata proprio dal fallimento di Letta.

Grillo pretende di misurarsi con Silvio Berlusconi, solo con lui, considerandolo il vero avversario da battere, specialmente se massacrato dalla giustizia, ciò che gli garantirebbe di incrementare il patrimonio dei suffragi in quanto le vittime dei giudici stimolano sempre adesioni di solidarietà; questo almeno è il pensiero del guru pentastellato. Qualora lo scontro elettorale fra Grillo e il Cavaliere avvenisse in autunno scatenerebbe una passione tale da coinvolgere un'alta percentuale di italiani, di sicuro superiore a quella dell'affluenza ai seggi registrata lo scorso febbraio.

Tra l'altro, se la consultazione si svolgesse in ottobre-novembre, il Pd non sarebbe pronto per competere con molte speranze di successo, non essendosi ancora dato un assetto definitivo con un congresso, fissato più avanti nel tempo. Indubbiamente, i democrat avrebbero comunque un'arma da sfoderare ovvero Matteo Renzi, ma è improbabile che essi trovino un accordo per utilizzarla subito con profitto, stanti i contrasti che il sindaco di Firenze continua a provocare nel partito. Quindi? La crisi di governo minacciata dagli antitasse berlusconiani subirebbe un'accelerazione: è interesse del Pdl e del M5S andare alle urne in fretta cogliendo impreparati i compagni del Pd.

Quali carte potrebbe giocare Letta per non sloggiare da Palazzo Chigi? Una sola: non toccare l'Iva e cancellare l'Imu sulla prima casa. Per gettarla sul tavolo però ha bisogno dell'ok europeo. Che non arriverà mai. Campa cavallo.

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