Pornomassaggiatore fugge da trent'anni di galera

Roberto Benatti, falso medico e fisioterapista, drogava i clienti e abusava di loro. Condannato, è a Santo Domingo

Pornomassaggiatore fugge da trent'anni di galera

Belluno - Il pm aveva chiesto 14 anni e il giudice gliene ha dati 30. Bastano questi numeri per dare un'idea dell'odiosa gravità del reato di cui è stato ritenuto colpevole il sedicente fisioterapista Roberto Benatti. Cosa c'è di peggio di un medico che addormenta più di cento pazienti e li sodomizza brutalmente? Riesce perfino difficile immaginare cosa è arrivato a fare questo individuo che si spacciava per un competente medico sportivo, con studi avviati a Gallarate (Varese), dove risiedeva, e a Colle Santa Lucia (Belluno), e che invece approfittava della situazione per abusare vigliaccamente di chi si era rivolto a lui per guarire dagli insopportabili dolori alla cervicale.

Trent'anni, una vita in carcere. Il tutto in teoria: Benatti, approfittando della scadenza dei termini di custodia cautelare, è fuggito da tempo a Santo Domingo. Chissà come avrà reagito alla notizia della sentenza in quell'angolo di paradiso caraibico. Di sicuro non sono usciti dall'inferno quei cento e passa pazienti che si sono perfino vergognati di andare in tribunale per avere giustizia. Lo avrebbero visto volentieri in galera, anche se il suo avvocato difensore, Alberto Talamone, che aveva chiesto l'incapacità di intendere e di volere, ritiene la condanna troppo pesante: «Una perizia dimostra che il mio cliente è affetto da parafilia, una sindrome ossessiva che lo spingeva a compiere quegli atti».

Il giudice di Busto Arsizio, Toni Adet Novik, non ha accolto le tesi della difesa e, a giudicare dalla pesantissima condanna, neanche quelle dell'accusa sostenuta dal pm Raffaella Zappatini. Violenza sessuale, esercizio abusivo della professione medica, detenzione delle sostanze stupefacenti usate per addormentare i pazienti: un orribile puzzle che ha indotto il giudice a condannarlo a 30 anni e a oltre un milione di euro di risarcimento per le vittime.
Ma se non fosse stato per un giovane e coraggioso paziente, svegliatosi nel bel mezzo della «seduta», probabilmente questo «fisioterapista» perverso starebbe ancora ricevendo speranzosi clienti a Gallarate e a Colle Santa Lucia. «Mi fece pagare 150 euro, senza ricevuta, la prima visita - testimoniò in corte d'Assise a Busto Arsizio - e mi disse di tornare qualche giorno dopo verso le 21. Riceveva sempre di sera e quella volta mi consigliò di venire in tuta da ginnastica e di farmi accompagnare da qualcuno perché il suo intervento avrebbe avuto degli effetti particolari».
Nessun sospetto, solo la convinzione che quel medico dalle terapie particolari l'avrebbe aiutato a guarire dal mal di schiena. «Mi diede delle pasticche - raccontò al giudice - e per un quarto d'ora mi fece massaggi sulla colonna vertebrale. Poi rimasi in uno strano stato di dormiveglia cosciente. Mi accorsi che stava facendo cose strane, ricordo dei flash di una macchina fotografica».
Il racconto prosegue con gli intuibili e sgradevoli dettagli. Fortuna ha voluto che il fisico robusto di quel giovane abbia impedito al narcotico di fare effetto fino in fondo. «Ho reagito scalciando e gridando - ha proseguito - e ho messo a soqquadro l'ambulatorio. I miei erano in sala d'attesa e hanno sentito tutto e quando sono entrati hanno visto questa persona in atteggiamento inequivocabile. Ho detto loro di prendere la macchina fotografica e di chiamare i carabinieri».

Da quella testimonianza non c'è voluto molto a ricostruire anni di violenze, peraltro documentate con foto facilmente utilizzabili come prove inoppugnabili. Nel corso del processo, celebrato con l'imputato già latitante, diverse vittime inconsapevoli hanno dovuto rivivere un tragico incubo attraverso immagini sconvolgenti.

«Sì, quello sono io. Maledetto...». Molti si sono vergognati al punto da non costituirsi come parte civile. Trent'anni di carcere aiuterebbero a dimenticare se il condannato non se ne stesse beato a brindare ai Caraibi.

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