Ha fatto storcere più d'un naso a Palazzo Chigi la direttiva di Fabrizio Saccomanni sui requisiti per le nomine nelle aziende pubbliche. Primo fra tutti, Enrico Letta.
Secondo i boatos di Palazzo, il presidente del Consiglio si sarebbe impegnato personalmente per far diventare Gianni De Gennaro prossimo presidente di Finmeccanica, dopo averlo sostituito con Marco Minniti come sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega sui servizi segreti. I «paletti» messi dal ministro dell'Economia, però, renderebbero complicata l'operazione; più di quanto già non sia per le misure contenute nella legge sul conflitto d'interesse. Legge che proibisce a ministri e sottosegretari di assumere incarichi in aziende pubbliche per almeno dodici mesi.
Tra le cause di ineleggibilità introdotte da Saccomanni ci sarebbero, tra l'altro, non solo eventuali sentenze passate in giudicato; ma anche un semplice rinvio a giudizio. Per i fatti del G8 di Genova, De Gennaro è stato condannato in appello a un anno e 4 mesi, poi cancellati con formula piena dalla Cassazione. Anche se la direttiva di Saccomanni non parla di casi del genere, alla presidenza del Consiglio vociferano che sia una mossa contro la nomina di De Gennaro a Finmeccanica. Ma anche di eventuali futuri incarichi nella sfera pubblica (qualora fosse interessato) di Paolo Scaroni, amministratore delegato dell'Eni. La direttiva del ministro dell'Economia, tra le cause di ineleggibilità, mette anche il patteggiamento: e Scaroni ha patteggiato una pena nel 1997.
Non è finita. A selezionare i nomi dei potenziali candidati saranno due società di «cacciatori di teste»: Spencer Stuart Italia e Korn Ferry International. Gli stessi uscieri di Palazzo Chigi (e non di Finmeccanica, copyright Dagospia) sospettano che la scelta delle due società non sia casuale. Dicono che i colloqui verranno fatti in inglese: lingua che l'ex sottosegretario ed ex capo della polizia non padroneggia alla perfezione. In questo clima, la intelligence community ha spazio per liberare le proprie fantasie. C'è chi intravede dietro l'iniziativa di Saccomanni la lunga mano di Annamaria Cancellieri. Sembra che tra il ministro della Giustizia e De Gennaro non scorra buon sangue. Anzi. Gli uscieri di prima ricordano una serie di sgarbi che i due si sarebbero scambiati in passato per interposta persona.
Qualche naso arricciato, però, la direttiva l'ha creato anche al ministero dell'Economia. Soprattutto perché il testo prevede che, una volta selezionati i nomi, questi devono passare all'esame di un comitato di esperti. Lo guiderà Cesare Mirabelli, ex presidente della Corte costituzionale. Ma ne faranno parte anche Vincenzo Desario, già direttore generale della Banca d'Italia, e Maria Teresa Salvemini, già docente di politica economica a Roma e «ciampiana» di ferro. Insomma, anche sulle nomine tutto il potere viene trasferito a uomini (e donne) strettamente collegati a Via Nazionale.
Enrico Letta - sempre secondo le stesse fonti - fa buon viso a cattivo gioco. E si limita a storcere il naso.
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