La sfida del guru di Stamina: più lo criticano, più lui rilancia

Dopo le accuse di plagio gli scienziati chiedono lo stop della sperimentazione. Il padre del metodo attacca il ministero e rinvia (ancora) la consegna delle carte

La sfida del guru di Stamina: più lo criticano, più lui rilancia

L'azzardo di Stamina. Accusato di plagio e di truffa dalla comunità scientifica e dai massimi esperti nel campo delle staminali attraverso la rivista Nature Davide Vannoni che cosa fa? Tiene coperte le carte e rilancia, alzando la posta. Liquida l'accusa di Nature come «falso scoop da giornaletto parrocchiale», accusa il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin di arroganza, chiede maggiori garanzie sulla sperimentazione e promette che l'8 luglio finalmente consegnerà il metodo alla Commissione scientifica nominata dal ministero. Ma, avverte Vannoni, soltanto se arriveranno le garanzie di trasparenza richieste.
Dura la risposta della Lorenzin.« A questo punto Vannoni ha una strada percorribile tracciata dal Parlamento -dice il ministro- consegnare il protocollo ad un comitato composto da profili di altissimo livello, senza fare trattative che nulla hanno a che fare con la costruzione di comitati scientifici». Insomma il ministero e le altre istituzioni non possono accettare condizioni che travalichino le più elementari norme di sicurezza necessarie affinché una sperimentazione sia ritenuta valida.
Ma davvero sembra che Vannoni, il presidente della Stamina foundation, stia giocando una partita a poker, rimandando per la terza volta la consegna del metodo. Una partita che però si sta giocando sulla pelle di malati ai quali è stata data una speranza che, a detta degli esperti, è del tutto infondata. Vannoni ha in mano 4 assi oppure il suo è soltanto un bluff? La conferma può arrivare dalla consegna del metodo alla Commissione Scientifica che con quello in mano dovrà stabilire il protocollo per far partire la sperimentazione. Partenza che, a questo punto, nella migliore delle ipotesi slitterà a dopo l'estate. Ma come può partire serenamente una sperimentazione sull'uomo bocciata a priori da esperti di tutto il mondo e gravata da un'accusa di frode? La Stem Cell Reasearch Italy, che riunisce oltre 200 ricercatori, nutre già la certezza che quello di Vannoni sia un bluff e chiede di bloccare tutto. «La sperimentazione è uno sperpero di denaro pubblico», dice il presidente di Stem Cell Research Italy, Umberto Galderisi. Sulla stessa linea il professor Paolo Bianco, esperto di cellule staminali mesenchimali, che chiede al ministro Lorenzin di «prendere le distanze da una pratica che andrebbe bandita da tutti gli ospedali pubblici». Condanna senza appello anche da Michele De Luca, Università di Modena: «Una sperimentazione senza senso». Pure il farmacologo Silvio Garattini dopo la denuncia di Nature sottolinea come non sia “etico” portare avanti una sperimentazione sull'uomo di un metodo che «appare frutto di una frode». Accuse respinte da Vannoni.
Una situazione incandescente dalla quale sembra impossibile uscire in modo indolore. Le istituzioni sono in fase di attesa e per il momento non intendono dare uno stop. L'Istituto Superiore di Sanità, l'Agenzia nazionale del farmaco e il Centro nazionale Trapianti che coordinano la sperimetazione son pronti a partire subito dopo la consegna del metodo Stamina. Vannoni aveva fatto sapere di aver bisogno di tempo per standardizzare il metodo e si è impegnato a consegnarlo l'8 luglio. Ora però ha posto ulteriori paletti dunque sono ipotizzabili ulteriori rinvii.


di Francesca Angeli


No ad una sperimentazione su cui pende un'accusa di frode


Patetiche le accuse di Nature. Voglio più garanzie dal ministro


No alle trattative Dia il metodo al comitato scientifico

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