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Sky-Espresso, si scalda la tivù anti-Cav

In vista delle elezioni, riprende quota l’idea di De Benedetti di lanciare una televisione insieme con Murdoch

Sky-Espresso, si scalda la tivù anti-Cav

Carlo De Benedetti e Rupert Murdoch insieme per un canale tivù. I contenuti e le opinioni di Repubblica-Espresso sui notiziari e con i film di Sky. Un matrimonio di cui si parla periodicamente da tempo. E che ora potrebbe concretizzarsi. Così ha (ri)scritto ieri il quotidiano Mf. Tecnicamente si tratterebbe di costituire una società paritetica alla quale l'Espresso conferirebbe i suoi due multiplex (piattaforme digitali che già oggi trasmettono una quindicina di canali tematici) nonché l'eventuale supporto delle strutture giornalistiche del gruppo. Mentre Sky contribuirebbe con la sua sterminata disponibilità di contenuti e tecnologia video. Il tutto per produrre più canali, ma puntando soprattutto al numero magico: il «9», già attualmente assegnato al multiplex dell'Ingegnere, ma occupato da una Deejtv con un audience da zero virgola. Il canale 9, ultimo del telecomando prima di dover comporre quelli a due cifre, è un plus per audience e pubblicità.

Di certo il momento è propizio. Perché se è vero che da un lato la crisi del mercato pubblicitario non dà fiato alle tivù in chiaro (quelle che vivono di spot) con la raccolta in calo a due cifre, dall'altro la sagoma della fine del tunnel autorizza qualche nuova idea, da realizzarsi a costi che oggi, dopo la crisi, sarebbero molto più bassi di 4-5 anni fa. Ma, soprattutto, è il contesto politico in fieri ad accreditare l'esistenza di progetti diversi: dopo le elezioni, un ruolo comunque nuovo di Silvio Berlusconi sulla scena politica rispetto al passato autorizza a immaginare l'occupazione di nuovi spazi da parte di soggetti vicini alla sinistra piuttosto che al centro, in grado di dar fastidio, tanto sull'informazione quanto sull'intrattenimento, alla corazzata Mediaset, già alle prese con il calo delle inserzioni.

Ecco perché Espresso-Sky ha senso: dal lato business, Sky è il concorrente più rognoso e aggressivo che ci sia, già oggi, per il Biscione; dal lato politico, il partito-Repubblica è il nemico naturale di Berlusconi. Non a caso i titoli del gruppo Espresso sono ieri mattina schizzati del 10%. Peccato, però, che la parte facile del gioco finisca qui. E iniziano i problemi.
Intanto il gruppo De Benedetti, dopo le indiscrezioni, ha chiarito che tra l'Espresso e Sky non ci sono accordi societari e nemmeno una joint venture allo studio: «Tra le due società esiste da tempo una collaborazione commerciale (il canale in chiaro Cielo è trasmesso sulle frequenze dell'Ingegnere) ma al momento non c'è nient'altro». Basta quel «al momento» per pensare che gli spazi aperti rimangano ampi. Ma secondo gli esperti, una società Espresso-Sky per fare «La9» non è così scontata.

Quanto all'Antitrust pare difficile che una concentrazione tra il leader del satellite e un colosso editoriale possa filare via liscia come l'olio. Poi c'è un tema di mercato: che vantaggio avrebbe Sky ad andare in chiaro cannibalizzando i contenuti che, sul satellite, sono a pagamento? E poi a che costo? I multiplex dell'Ingegnere sono valutati intorno ai 100 milioni. Un investimento non da poco. Giustificabile solo a fronte della necessità di uno sbocco sul digitale per la saturazione del satellite, magari lasciando fuori i contenuti «superpremium», come calcio e film premiere. Ma certo per Sky Italia andrebbe almeno un po' rivisto il modello di business. Anche perché solo pochi mesi fa è stata la stessa Sky a frenare sull'asta gratuita dei nuovi multiplex, che l'avrebbe vista certamente assegnataria.
Più intuibili i vantaggi per l'Espresso: L'ingegnere vuole valorizzare quei 200-220 milioni che secondo gli analisti è il prezzo dei suoi canali digitali.

E senza perdere il «9» che invece, con la nuova numerazione in arrivo, potrebbe passare a canali con maggior seguito di pubblico.

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