Politica

Alemanno: "Sul no all'euro ci può essere una grande alleanza"

L'ex sindaco di Roma: centrodestra e M5S d'accordo sull'idea che la moneta unica sia la causa della crisi

Onorevole Alemanno, come ha evidenziato il sondaggio Acri-Ipsos il 74% degli italiani è insoddisfatto dell'euro.
«Mi permetta di congratularmi con il Giornale che ha operato una scelta coraggiosa dedicando la prima pagina all'insoddisfazione degli italiani nei confronti dell'euro. C'è una sorta di silenzio mediatico sul tema che impedisce di aprire un dibattito serio, a differenza di altri Paesi europei. Nonostante le censure, però, gli italiani sanno bene quale sia la realtà di un sistema economico e monetario che non funziona».

Lo spread è una tassa che le nostre imprese pagano all'Europa.
«Gli economisti non allineati al pensiero dominante concordano sul fatto che l'euro abbia determinato effetti recessivi per tutta l'Europa tranne che per la Germania. E non è solo lo spread il problema: il Fondo salva-Stati viene utilizzato per ricapitalizzare le banche e non per l'economia reale. Una moneta troppo forte crea problemi al nostro export. Possiamo adottare tutte le politiche di rigore possibili e immaginabili ma con questi vincoli non usciremo mai dalla crisi».

Cosa farà Officina per l'Italia?
«Abbiamo già organizzato delle iniziative, ma dalla settimana prossima metteremo a punto un documento ispirato al rebate di Margareth Thatcher (la restituzione alla Gran Bretagna di parte del contributo al budget dell'Ue ottenuta dalla premier sin dal 1984; ndr). Il 6 dicembre inoltre abbiamo organizzato un convegno al quale parteciperà il professor Alberto Bagnai e tutti gli intellettuali e i politici critici nei confronti della moneta unica».

Una scelta controcorrente.
«Bagnai è un economista di sinistra che mette in discussione l'euroentusiasmo del Pd. Noi ci siamo rivolti alla sinistra ma non abbiamo ottenuto risposte».

Quali sono le tesi del vostro documento?
«L'Italia deve avere il coraggio di chiedere all'Ue una revisione profonda del fiscal compact e del ruolo della Bce. Se non si azzera lo spread, non ha più senso restare assieme. Uscire dall'euro si può: o unilateralmente o, meglio, in maniera ordinata. La sovranità monetaria è un argomento decisivo per uscire dalla crisi».

Il centrodestra e il Movimento 5 Stelle sono sensibili all'argomento?
«È un modo per far scoprire le carte a Grillo. Se vuole cambiare veramente le cose, non può non convergere su questa tesi che dovrà essere messa al centro della prossima campagna elettorale per le Europee e del semestre italiano di presidenza Ue».

E il Pdl?
«So che su questi temi molte volte si è interrogato il presidente Berlusconi. Vogliamo conoscere le posizioni di tutto il centrodestra, da Renato Brunetta a Giulio Tremonti e fare della critica all'euro una bandiera per il centrodestra. Lasciamo l'euroentusiasmo inconsapevole ai vari Romano Prodi ed Enrico Letta che non sanno individuare gli interessi dell'Italia».

A proposito d'Europa, il Front Nationale di Marine Le Pen con la critica all'euro guadagna consensi.
«In Italia si conoscono solo gli aspetti più discutibili di Marine Le Pen, ma la riconquista della sovranità monetaria è un tema fondamentale non solo per loro. Tant'è vero che Cameron e il gruppo dei conservatori europei stanno riflettendo sul tema.

Solo il Ppe ha escluso ogni ripensamento».

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