La terza guerra mondiale è vicina?

Risponde il Generale Paolo Capitini

La terza guerra mondiale è vicina?
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Cosa accade tra le stanze damascate dei palazzi della politica? Cosa si sussurrano i deputati tra un caffè e l'altro? A Roma non ci sono segreti, soprattutto a La Buvette. Un podcast settimanale per raccontare tutti i retroscena della politica. Gli accordi, i tradimenti e le giravolte dei leader fino ai più piccoli dei parlamentari pronti a tutto pur di non perdere il privilegio, la poltrona. Il potere. Ognuno gioca la propria partita, ma non tutti riescono a vincerla. A salvarsi saranno davvero in pochi, soprattutto dopo il taglio delle poltrone. Il gioco preferito? Fare fuori "l'altro". Il parlamento è il nuovo Squid Game.

Tutti, o quasi, in queste ore si chiedono: rischiamo la terza guerra mondiale? È uno dei principali argomenti non solo nei bar ma anche alla buvette. I conflitti si allargano, le tensioni crescono e le dichiarazioni dei potenti si fanno sempre più minacciose. Pericolose. L’America è pronta ad inviare missili a lungo raggio, la Francia di Macron pensa all’invio di uomini, la Nato rimpolpa i confini con mezzi e soldati armati fino ai denti. Cosa sta succedendo? Cosa rischiamo? Lo abbiamo chiesto a chi, di strategie militari, ne capisce. Eppure tanto. Il Generale Paolo Capitini.

Generale, c’è il rischio reale di una nuova guerra mondiale?

“Assolutamente no! Una guerra è un evento della storia estremamente complicato, che ha bisogno dell’allineamento di talmente tanti parametri che al momento non si ravvisano. Gli Stati Uniti sono in leggera regressione, la Cina non è ancora emersa, in Russia sappiamo quello che sta succedendo. Quando tutti gli elementi di pacificazione che abbiamo visto nel recente passato non ci sono più (e non ci sono) si apre la corsa ad accaparrarsi degli spazi politici di presenza e di potenza. Quindi diciamo che siamo in una fase turbolenta del volo”.

Generale, per noi comuni mortali, per noi civili, tutte queste dichiarazioni che aumentano la tensione sono preoccupanti. Perché Macron ha parlato di invio di truppe? Perché gli Stati Uniti inviano i missili a lungo raggio?

“Sì, capisco. Come tutte le frasi, tutti i segnali vanno poi contestualizzati nel momento in cui vengono riferiti. Gli americani danno i missili a lungo raggio perché questo è un momento decisivo della campagna in Ucraina. Proprio in questi giorni. L’Ucraina non ha più gli strumenti per combattere, per opporsi. Questo apre (forse) una pericolosa finestra di opportunità per l’esercito russo che potrebbe essere tentato dal dare una spallata per cercare di recuperare altri territori”.

Rimpolpare i confini della Nato con soldati, armamenti, navi e sottomarini è tutto normale?

“Sì, le spiego perché…”

*ASCOLTA IL PODCAST CON L’INTERVISTA AL GENERALE*

Ma questo drammatico quadro globale quanto ci deve preoccupare?. La Cina insiste su Taiwan e, in particolare, il Medio Oriente che è molto più caldo del solito…

“C’è chi crede di trovare lo spazio per poter conquistare…”

Generale, sia sincero: dobbiamo avere paura?

Credetemi, la risposta del generale fa riflettere. Molto. Ascolta il podcast per sapere di più.

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