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Torna la vetrina dei pm: un'inchiesta ogni estate

Un mondo con pochi controlli che ora fa gola al fisco. E le Procure ne approfittano per cercare la ribalta

Torna la vetrina dei pm: un'inchiesta ogni estate

Nove mesi. Tanto è durato il lavoro degli uomini della finanza. Nove mesi per mandare in frantumi le vetrine del football italiano. Da una parte le trattative e le chiacchiere del calcio mercato, dall'altra l'azione plateale dei piemme. Puntuale, quando arriva l'estate, il tempo per tenere alta l'attenzione e la tensione, secondo usi e costumi della nostra giustizia. Ho usato l'aggettivo «plateale» perché, in contemporanea con la vicenda della procura napoletana, in Inghilterra la Premier League ha reso pubblica, senza trombe e blitz mattutini, la tabella degli emolumenti che i club professionistici inglesi hanno garantito, si fa per dire, ad agenti e procuratori per l'acquisto o la cessione dei calciatori: novantuno milioni di euro, questa la cifra complessiva che vede in testa alla lista il Manchester City che, nel periodo 1 ottobre 2011-30 settembre 2012 ha versato 12 milioni e mezzo di euro come consulenza e indennità ai procuratori. L'elenco è chiuso dal Southampton con soli settecentosessantunomila euro. Da segnalare che il Queens Park Rangers, nonostante l'esborso di otto milioni di euro, è retrocesso al termine della stagione.
É storia vecchia, la circolazione del denaro, nel calcio, non ha frontiere e i controlli non sono sempre assidui. Il caso di Lionel Messi che va a transazione con il fisco spagnolo pagando 10 milioni di euro o quello di Mourinho anch'egli alle prese con una vicenda fiscale, sono la conferma che il pallone è oppio per i popoli e banca per l'erario. Sempre che quest'ultimo operi nel rispetto del contribuente. Da ieri, comunque, la voce che circola fuori dall'Italia, è che la serie A, ma non soltanto, «non paga le tasse». I club hanno già rispedito la palla al mittente, loro non c'entrano, sono i procuratori ad avere, eventualmente, violato le leggi. Ma chi è che tratta con i procuratori? Chi affida loro le trattative di acquisizione e cessione? Di tutto questo dovrebbe occuparsi anche la Fifa, la federazione calcistica internazionale la quale dovrebbe esercitare un controllo delle operazioni e verificare la loro trasparenza. Ma è di questi giorni il caso di un calciatore brasiliano richiesto dalla Lazio che ha trovato l'accordo con il club relativo e lo stesso calciatore, il quale però risulta prigioniero di un fondo d'investimento inglese, Doyen Sport.


Silenzio totale da parte degli organi di controllo, Blatter e la Fifa lasciano che il football venga violentato. Anderson, il calciatore in questione, verrà in Italia, troverà ad attenderlo la procura di Napoli e le Fiamme gialle? Qualsiasi riferimento al calcio come momento di evasione è puramente casuale.

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