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Tragedia nel canale di Sicilia: trenta cadaveri su un barcone

Stipati nella stiva di un vecchio peschereccio, sono morti per asfissia. È il fallimento di Mare Nostrum. Ma governo e Ue continuano a infischiarsene

Tragedia nel canale di Sicilia: trenta cadaveri su un barcone

Ancora una tragedia nel Canale di Sicilia. Una trentina di immigrati sono morti, forse per asfissia, a bordo un vecchio peschereccio su cuisono state stipate oltre seicento persone. Quando in nottata la Grecale, una nave della Marina militare, ha raggiunto il natante, per alcuni di loro non c'era già più niente da fare. Una tragedia annunciata che porta i nomi di colpevoli ben precisi: da una parte quell'Unione europea che, al di là di un pugno di vaghe promesse, non scende in campo al fianco dell'Italia; dall'altra il governo Renzi, e in particolar modo il ministro dell'Interno Angelino Alfano, che subendo passivamente l'operazione "Mare Nostrum" non è in grado di opporsi a un'emergenza sempre più allarmante.

L’ondata di clandestini e profughi che cercano di raggiungere l'Italia fuggendo dalle guerre e dalla disperazione non si arresta. Dall’inizio del 2014 sono già oltre 60mila gli uomini, le donne e i bambini salvati nel canale di Sicilia. È ormai evidente non solo che verrà superato il record raggiunto nel 2011, quando si superò i 63mila arrivi, ma anche che è sempre più realistica la previsione dei tecnici del Viminale che non escludono la possibilità che si arrivi a 100mila persone entro la fine dell'anno. E così, mentre il governo non prende provvedimenti seri e si bea delle misure tampone offerte da Bruxelles, un'altra tragedia annunciata torna a macchiare le acque del Mar Mediterraneo. Stipati in una parte angusta del barcone, una trentina di immigrati sono morti molto probabilmente per asfissia. Proprio la posizione in cui si trovavano i corpi ha impedito l'immediato recupero da parte dei militari della Grecale: solo un paio di cadaveri sono stati portati a bordo della nave militare che ha poi scortato il barcone verso il porto di Pozzallo. "Le camicie di Renzi e Alfano - ha commentato il leader della Lega Nord, Matteo Salvini - sono sporche di sangue".

Quella che si è conclusa in nottata tragicamente è stata un’altra giornata di soccorsi per gli uomini e le unità del dispositivo Mare Nostrum. Oltre all'intervento della Grecale, le navi della Marina militare e della Guardia costiera hanno soccorso sette barconi nel solo fine settimana. Complessivamente sono state salvate 1.654 persone, tutte partite dalle coste del Nord Africa. L'ennesimo fine settimana di soccorsi ripropone il problema di come uscire dal vicolo cieco in cui si è finiti con l’operazione "Mare Nostrum" varata proprio dopo la strage di Lampedusa. Perché, sebbene grazie alle navi italiane siano state salvate migliaia di vite, non solo è stato impossibile evitare del tutto le morti ma sono stati attirati nuovi disperati. Le partenze sono infatti aumentate non appena le navi italiane hanno cominciato a pattugliare molto più da vicino le coste libiche. Al G6 di Barcellona Alfano ha ribadito che Mare Nostrum "deve diventare un’operazione europea", con Bruxelles che deve farsi carico "di questo peso" e mostrare "una strategia chiara". Parole che al summit di venerdì scorso non sono state però tradotte come l’Italia sperava. Se infatti sono state poste le basi per un rafforzamento di Frontex, che per il 2014 ha un budget di soli 90 milioni di euro (l'equivalente del costo di dieci mesi della missione Mare Nostrum), è saltato dall’accordo finale il "mutuo riconoscimento" delle decisioni sull’asilo, punto su cui il premier Matteo Renzi puntava non poco dal momento che, nel medio e lungo periodo, si sarebbe potuti arrivare al superamento di Dublino 3, il regolamento dell’Ue che costringe i migranti a fare richiesta d’asilo nel paese in cui sbarcano.

Il gran numero di arrivi sta mettendo a dura prova il sistema di accoglienza nei Comuni. E non è un caso che Antonio Satta, componente dell’ufficio di presidenza dell’Anci, sia tornato a chiedere al governo un intervento. "Bisogna mettere a punto - ha dichiarato - nuove misure per sostenere più da vicino i Comuni che in queste settimane stanno affrontando l’arrivo di immigrati. Serve un più stretto raccordo tra governo, Prefetture e Comuni. Ad oggi, l’iniziativa, non di rado, è stata lasciata a questo o quell’amministratore locale.

Non possiamo pensare che tutto sia affidato alla buona volontà dei Comuni".

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