La vendetta di Brigandì: ora fa la guerra a Maroni

«Roberto Maroni deve essere dichiarato decaduto dall'incarico di segretario federale della Lega». Il Tribunale di Milano ha fissato al prossimo 4 luglio l'udienza per esaminare il curioso esposto di un militante leghista piemontese, al secolo Riccardo Ghezzi, assistito dall'ex avvocato del Carroccio Matteo Brigandì (nella foto). Secondo l'elettore lumbard (probabilmente uno dei nostalgici di Umberto Bossi) lo Statuto del Carroccio agli articoli 31 e 53 prevede che nel Consiglio regionale ci si debba iscrivere al gruppo della Lega, pena «la decadenza dall'incarico». E in effetti l'ex ministro dell'Interno è iscritto alla «sua» lista, «Maroni presidente». Se venisse accolto, ha spiegato Brigandì, la Lega «rischia di dover andare al prossimo congresso con Umberto Bossi presidente».

L'avvocato di Maroni, Domenico Aiello, definisce il ricorso assurdo: «È come se avessero chiesto la decadenza di Gianni Agnelli dalla Fiat perché era anche presidente della Ferrari». La parola adesso passa al tribunale.

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