da Milano
Intesa Sanpaolo non teme la crisi finanziaria che si è abbattuta sui mercati. Ieri, durante lassemblea degli azionisti, i vertici del gruppo hanno confermato gli obiettivi del piano industriale 2007-2009. «La crisi è seria, profonda e non si è ancora assorbita completamente, ma noi pensiamo che riusciremo, anzi ci stiamo già riuscendo, a superarla meglio di altre istituzioni per le scelte che tutti, management e azionisti, abbiamo fatto in passato», ha detto lad Corrado Passera.
«Nel 2007 abbiamo centrato tutti gli obiettivi previsti» hanno aggiunto il presidente del consiglio di sorveglianza, Giovanni Bazoli, e quello del consiglio di gestione, Enrico Salza mentre lassemblea dei soci approvava il bilancio (7,2 miliardi lutile netto).
Quanto al futuro, Passera conferma gli obiettivi: chiudere il 2009 con utili a 7 miliardi e un indice di solidità patrimoniale al 6,5%. «I manager oggi hanno inviato un forte segnale di fiducia al mercato - commenta un analista - al contrario di diverse banche europee e americane che in questi giorni di trimestrali hanno comunicato nuove svalutazioni». Martedì era stata Deutsche Bank a chiudere il trimestre in rosso dopo svalutazioni per 2,7 miliardi. Prima di lei Ubs, Merrill Lynch e Citigroup avevano ripulito i bilanci dalle ricadute dei subprime. Nessuno timore, invece, per gli azionisti di Intesa che possono contare anche su una generosa politica dei dividendi. Nel 2007 Ca de Sass ha distribuito dividendi per 2,8 miliardi, più altri 2 miliardi come cedola straordinaria. Per il 2008 lobiettivo è arrivare a 3,7 miliardi, mentre per il 2009 il monte dividenti sarà di 4,5 miliardi. «Nel 2010 potremmo valutare la distribuzione di una cedola straordinaria», ha precisato Passera, confermando che il suo impegno alla guida del gruppo è «totale e senza limiti di tempo». Piena fiducia allad è stata espressa anche da Bazoli che ha quindi confermato il ruolo del gruppo a sostegno del sistema Italia: «Siamo orgogliosi di definirci una banca per il Paese, impegnata anche attraverso la ricerca di nuovi modelli di business, a dimostrare una compatibilità di profitti duraturi con la responsabilità sociale e la sostenibilità».
Secondo Passera, invece, Telecom, di cui Intesa Sanpaolo è grande socio attraverso Telco, «è uno di quei casi di azienda in cui una stabilità di gestione può portare benefici a tutti gli azionisti e anche al Paese». Malgrado il crollo in Borsa, il valore del gruppo non si è «modificato». Oltre ad Alitalia, Salza ha quindi confermato la disponibilità «a collaborare per lExpo del 2015 e per le celebrazioni dei 150 anni dello Stato italiano».
Ieri è stata loccasione anche per fare il punto sul sistema dualistico «siamo soddisfatti da questo primo anno di esperienza».
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