Gerusalemme - Proseguono gli scontri nella Striscia di Gaza nonostante gli sforzi per consolidare la tregua, che continua a vacillare sulla scia dell’imboscata compiuta ieri da miliziani palestinesi nei confronti di una pattuglia militare d’Israele, delle prime rappresaglie israeliane e della minaccia di "ulteriori risposte" da parte del governo di Gerusalemme. Per la riacutizzazione della crisi il ministro della difesa israeliano, Ehud Barak, ha annunciato il rinvio di un suo viaggio negli Stati Uniti.
Israele bombarda i tunnel Alle prime ore di stamani aerei israeliani hanno bombardato i tunnel per il contrabbando di armi al confine di Rafah fra Gaza e l’Egitto. Gli abitanti di Rafah sono fuggiti dalle loro case, mentre l’aviazione israeliana colpiva a tre riprese. Un portavoce dell’aviazione ha spiegato che l’attacco è una riposta all’esplosione al confine di una bomba comandata a distanza che ieri ha ucciso un soldato israeliano e ne ha feriti tre. L’esplosione, alla vigilia dell’arrivo nella regione del nuovo inviato americano George Mitchell, è stata la prima rottura della tregua nella Striscia di Gaza. Il gabinetto israeliano di sicurezza si riunirà oggi per esaminare la situazione a Gaza.
La risposta Israele aveva già riposto ieri colpendo con un missile lanciato da un aereo il militante palestinese Hussein Abu-Shamaya. L’uomo era ritenuto coinvolto nell’attacco dinamitardo, attribuito a "Global Jihad", un gruppuscolo staccatosi da Hamas e legato ad al Qaeda. In uno scontro a fuoco nella Striscia è poi morto un palestinese, probabilmente un contadino.
Se provocati ci difendiamo Di fronte alle "provocazioni" Israele reagirà per "difendersi": è il monito lanciato dal governo dello Stato ebraico, all’indomani dell’attentato dinamitardo contro una pattuglia militare israeliana nel settore meridionale della Striscia di Gaza, costato la vita a un soldato e il ferimento di altri tre, cui ha fatto seguito una ripresa dei bombardamenti aerei sull’enclave palestinese per la prima volta dal cessate-il-fuoco, proclamato unilateralmente il 17 gennaio.
Chi rema contro la tregua "Israele vuole che continui la calma nel sud", ha puntualizzato il portavoce governativo Mark Regev, "ma il letale attacco di ieri da Gaza è stato un tentativo di metterla deliberatamente a repentaglio. Di fronte a provocazioni così violente", ha avvertito Regev, "agiremo per proteggere noi stessi". L’improvviso inasprimento della situazione rischia di compromettere la tenuta della tregua a Gaza, e di far fallire sul nascere la missione inaugurale di George Mitchell, l’inviato speciale Usa per il Medio Oriente appena nominato dal neo-presidente americano Barack Obama.
Rivendicazione di Hamas Il braccio armato di Hamas ha rivendicato di aver sparato oggi tre colpi di mortaio, nella zona di Maghazi, nei dintorni di Gaza City, contro un reparto delle forze speciali israeliane. Nella rivendicazione delle "Brigate Ezzedin al-Qassam" non si fa menzione di eventuali vittime. Secondo le notizie di fonte palestinese, bersaglio dei tiri sarebbe stato unàunità israeliana che stava incuneandosi nel territorio della Striscia di Gaza con quattro blindati. L’informazione non è al momento confermata dalle autorità israeliane, che non hanno escluso peraltro nelle scorse ore ulteriori azioni militari contro Hamas dopo l’imboscata subita ieri lungo il confine da una pattuglia e una prima ondata di rappresaglie seguita ieri sera - apparentemente - dal ritiro dei reparti di terra che erano rientrati nella Striscia.
L'inviato di Obama è in Israele Il nuovo emissario americano per il Medio Oriente, George Mitchell, ha iniziato oggi i suoi colloqui in Israele, dove è giunto dal Cairo nel quadro di una missione di esordio nella regione destinata a portarlo in diverse capitali e a durare in totale per ben otto giorni.
Mitchell, che ha in agenda incontri con l’intero vertice politico israeliano, oltre a un colloquio domani a Ramallah con il presidente dell’Autorità nazionale palestinese (Anp), Mahmud Abbas (Abu Mazen), si è fatto precedere da una dichiarazione rilasciata in Egitto con la quale ha auspicato un prolungamento e un rafforzamento della fragile tregua proclamata nella Striscia di Gaza dopo la sanguinosa operazione militare israeliana contro Hamas delle scorse settimane.
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