Lidea è semplice: offrire la possibilità di utilizzare beni di lusso senza possederli, evitando «seccature» come tasse o assicurazioni. Questa lintuizione che ha permesso a CircleClub, in due anni, di conquistare oltre 150 soci: top manager e professionisti che, versando una quota di 20mila euro, ricevono una card scalabile di 1.000 punti, da spendere per avere accesso alle meraviglie che il club mette a disposizione. Prima le supercar più prestigiose, poi imbarcazioni da sogno e, a partire dal marzo 2006, anche jet ed elicotteri privati.
«Lobiettivo è quello di rendere il viaggio unesperienza esclusiva - spiega Riccardo Schmid, fondatore e presidente di CircleClub - e laviation rappresenta un tassello indispensabile per completare lofferta». Anche perché permette di proporre un servizio integrato: non è raro, infatti, che un socio acquisti il pacchetto comprendente, oltre allaereo, la fuoriserie o lo yacht da usare una volta a destinazione. Nel 2006, il segmento dellaviation ha «pesato» per circa il 20% del fatturato del club, pari a oltre 3 milioni di euro. Una quota che, nei primi mesi di questanno, è cresciuta fino a sfiorare il 30 per cento. Volare nel lusso, insomma, piace: tanto che i soci non esitano a spendere 300 punti, pari a 6mila euro, per andare e tornare da Milano a Roma a bordo di un jet Citation II da 6 posti. Una cifra che sale a 375 punti (cioè 7.500 euro) se dal capoluogo lombardo si vuole raggiungere Parigi.
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