Kabul, nuovo ultimatum per gli ostaggi coreani

I talebani hanno concesso una nuova proroga per i 23 ostaggi sud coreani, ma minacciato di tagliare loro cibo e medicine, se il governo afghano non cederà sullo scambio di prigionieri. La guerra degli ostaggi si è intrecciata ieri con la notizia della morte di Zahir Shah, l’ultimo re afghano, nominato «padre della nazione», dopo il suo ritorno in patria nel 2002. L’anziano monarca aveva 92 anni e ne ha trascorsi 29 in esilio in Italia, dopo il colpo di Stato repubblicano di suo cugino Daud del 1973.
I talebani hanno rimandato di altre 24 ore l’ultimatum che pendeva sulla testa degli ostaggi sudcoreani, in gran parte donne volontarie di una chiesa evangelica. Le autorità afghane hanno fatto sapere, attraverso i capi tribù e i religiosi della zona di Ghazni, dove sono tenuti gli ostaggi, che i 23 prigionieri talebani richiesti in cambio degli stranieri sarebbero in mano agli americani. Ieri il generale Dan McNeill, comandante della Nato in Afghanistan, ha chiarito che con i terroristi non si tratta. La stessa posizione assunta dalla cancelliera tedesca Angela Merkel. Un suo connazionale è morto, nelle mani dei talebani e un altro è ancora in ostaggio, assieme a quattro collaboratori afghani. L’ostaggio sopravvissuto, Rudolf B., originario della Baviera, sarebbe riuscito per la prima volta a parlare al telefono domenica scorsa ammettendo che non ce la fa più «a sostenere le dure marce notturne di spostamento.
Il generale McNeill ha fatto notare che i sequestri hanno chiari obiettivi politici. «Il Bundestag (la Camera bassa tedesca, ndr) si trova quest’anno di fronte a un voto» sul prolungamento del mandato del contingente di tremila uomini in Afghanistan. McNeill ha notato che la situazione «fa tornare alla mente il caso del giornalista italiano rapito pochi giorni prima di una votazione a Roma (al Senato per rifinanziare la nostra missione in Afghanistan, nda)».
A causa del «muro» eretto dagli americani, i talebani vogliono coinvolgere direttamente nelle trattative la delegazione sud coreana giunta a Kabul. Per ora è stato prorogato l’ultimatum fino ad oggi alle 16.30 italiane. In caso di fallimento il solito megafono dei tagliagole, Qari Youssef Ahmadi, ha dichiarato che «sarà difficile per i talebani provvedere alla sicurezza degli ostaggi, e garantire loro cibo e medicine. Non ci sarà altra scelta che ucciderli».
Ieri mattina, in un discorso in diretta televisiva, il presidente afghano Hamid Karzai, ha annunciato la morte di «Sua Altezza».

Karzai ha proclamato tre giorni di lutto nazionale e il corpo del monarca sarà esposto in una delle moschee di Kabul. Zahir Shah è rimasto sul trono per quarant’anni e il suo regno è, ancora oggi, sinonimo di pace, benessere e prima apertura dell’Afghanistan al mondo moderno e alla democrazia.

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