Killer spietati ma per fame

I «Predatori del microcosmo», al Castello D'Albertis fino al 31 maggio, ha esordito con successo: 400 visitatori il primo fine settimana. La mostra di piccoli animali vivi e tutti carnivori, ospitati in teche trasparenti, è presentata con un sottotitolo inquietante: «La corsa agli armamenti di insetti, ragni, anfibi, rettili...».
Ogni martedì (dalle 15 alle 18) si può imparare disegno naturalistico con Marco Boetti e incontrare i curatori, i biologi Emanuele Biggi e Francesco Tomasinelli, che accudiscono gli animali. Al D'Albertis nel 2007 hanno già esposto con successo «Arachnida, il fascino segreto di ragni e scorpioni».
Un foglio appeso alla parete nella sala di «Pesci e crostacei» riporta i commenti dei bimbi tra cui uno singolare: «Il padre della mia compagna mangia le lumache». Parole ambigue, ma come altrimenti se uno dei pannelli esplicativi rappresenta un'accattivante «Chiocciola»? Però, leggendo, si scopre che è la «Cacciatrice»: vive nelle caverne europee e, diventata carnivora al freddo e al buio, con la lingua perforante trivella le falene. Nei pannelli anche la familiare coccinella che mangia centinaia di afidi. Questi, straordinaria alleanza naturale, sono «protetti» dalle formiche che attaccano le sue vulnerabili zampette non dandole scampo. Ogni pannello, corredato da foto dei curatori, racconta una storia cruenta per sopravvivenza.
Martedì scorso alcuni genitori e figli apparivano in ansia vedendo la Rana Foglia Cornuta disdegnare due vermi bianchi che Francesco Tomasinelli le porgeva. «Tranquilli - dice Francesco - può rimanere dieci giorni senza cibo ed è stata scelta cicciottella!». Spiega poi che «il buon riscontro della mostra è dovuto in gran parte all'esposizione di animali vivi che però non provengono dalla natura ma sono prelevati in cattività. C'è una rete di allevatori e la Mantide Orchidea (insetto malese che prende la forma del fiore) in Germania è allevata da 20 anni».
Al possibile parallelo tra i «Predatori» e l'uomo spesso in guerra risponde: «Sono peggio di noi. In un recente viaggio in Amazzonia abbiamo visto lo scontro ad ogni livello, anche tra animali e piante, anche tra le singole piante per raggiungere la luce. In Europa l'habitat è stato impoverito dai pesticidi e nostro scopo è dare una percezione del grande disegno della natura per far capire che funziona se tutti gli attori sono al loro posto. Un esempio di ecosistema: il giaguaro è il più grande carnivoro del Sud America dove le formiche legionarie (Eciton Burchellii), con incursioni anche di 300mila, si spostano di continuo per trovar cibo eliminando migliaia di insetti che così non mangiano le piante: senza vegetazione non ci sarebbero erbivori e senza erbivori niente giaguaro».
In mostra è possibile apprezzare tecniche di guerriglia: le Nasutiterme (termiti) immobilizzano gli aggressori schizzando «colla», anche la Cimice Assassina Africana usa la saliva come una pistola paralizzante. Esistono i «colonizzatori»: il gambero killer della Louisiana, alieno invasore che mangia le uova dei pesci, si è diffuso nei continenti esclusa l'Australia.

Animali innocui per difendersi copiano: il Lampropeltis Triangulum, una biscia, assume il colore rosso del serpente corallo, velenoso. E tante, tante le sorprese.
Domenica 19 aprile (h. 15), con proiezioni, «Caccia in miniatura» guidata dai curatori che già pensano ad una mostra sugli «Anfibi (in natura i più a rischio) e il mimetismo».

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