Siamo fatti di carne. Tutti, scrittori compresi. Ecco perché, dopo il successo dellElogio della sbronza consapevole, Enrico Remmert e Luca Ragagnin hanno deciso di curare, sempre per i tipi della Marsilio, lElogio dellamore vizioso. Piccolo viaggio nella letteratura erotica di tutti i tempi (pagg. 203, euro 14). Nellantologia ci sono quasi tutti. Cè il giapponese Kobo Abe, il quale osserva che «perfino nellatto di aprire le cosce, le donne sembrano convinte che è impossibile farsi valutare giustamente dagli uomini se non nellinquadratura melodrammatica». Cè Goethe che si interroga sulla natura umana domandandosi: «Come farà luomo a risolvere il mistero del mondo se non riesce nemmeno ad andare con una prostituta senza sensi di colpa?». Ci sono le ansie di Diderot, che brama le attenzioni ossessive di una donna, alle quali fanno da controcanto i versi del poeta antillano Rène Rumbullion, il quale osserva che «qui da noi, generalmente, il tentativo di redimere una puttana nasconde lintenzione di scoparla gratis». E se Virginia Woolf scrive che «la donna puttana ci dà la sua essenza, mentre la donna onesta ce la prende», Jean-Jacques Rousseau confessa candidamente i suoi piaceri masochisti, desiderando una donna-padrone che lo renda servo di «godimenti dolcissimi».
La raccolta è piacevole, a tratti esilarante, anche perché offre al lettore più curioso il destro di ammantare i propri personali pregiudizi con quelli, più autorevoli e sublimati, dei grandi scrittori. Remmert e Ragagnin vogliono umanizzare la letteratura, rendendola sangue, sudore, fatica e lacrime e distogliendola dallipocrisia di una critica a volte troppo zelante e artificiale. Ma se per un verso la lettura agevola laccessibilità alle pagine di certi mostri sacri, per laltro corre il rischio di volgarizzarla e di esporla a un pericoloso qualunquismo. Nelle loro scelte, i due curatori sembrano infatti dimenticare la potenza dellerotismo, la sua volontà di possesso e di concupiscenza, il legame - fortissimo e contraddittorio - che la lega alla morte e alla guerra, preferendone analizzare la dimensione privata, quasi domestica, che meglio si presta al calembour e alla battuta a effetto. Come capita spesso in questo tipo di antologie, il fil rouge che lega Bukowski a Goethe e la Woolf alla Duras sembra soltanto quello del tema: si può così dimostrare tutto e il suo contrario di tutto. Rumbullion può a esempio affermare che «uomini e donne sono uguali, ma hanno diversi obiettivi. Per luomo la donna è lo Scopo. Per la donna luomo è il Mezzo», ma potrebbe dire lesatto opposto, e con lo stesso effetto.
Nonostante ciò, la convinzione di Remmert e Ragagnin resta salva: è vero, tutti - scrittori compresi - siamo fatti di carne.
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