L’Ansa arresta Cosentino per un quarto d’ora Caos sulla falsa notizia

Il lancio annunciava: "La Camera autorizza le manette al deputato indagato per camorra". Poi l’annullamento. Ma ha fatto il giro del web

L’Ansa arresta Cosentino  per un quarto d’ora  Caos sulla falsa notizia

Roma - All’inferno e ritorno. Arrestato per sbaglio dall’Ansa Nicola Cosentino torna in libertà un quarto d’ora dopo. Cose che capitano nella guerra dei lanci, dove conta la rapidità, soprattutto nella smentita. Ma per sapere se il malefico pronostico verrà rispettato, l’ex sottosegretario all’Economia dovrà attendere il voto della Giunta delle autorizzazioni a procedere della Camera. Appuntamento - promette il presidente Castagnetti - per martedì, mercoledì al massimo. E lo chiamano Natale.
Il resoconto di una mattinata tutta da dimenticare per Ansa e Cosentino comincia alle 12.27, quando da un terminale di via della Dataria viene battuto il lancio «La Camera ha votato per il “si” all’arresto di Nicola Cosentino». Alle 12.41 l’agenzia viene annullata, perché «trasmessa per errore». Panico. Nel frattempo i giornali on line riprendono in massa la notizia. Qualcuno la smentirà, altri si dimenticheranno di cancellarla. In realtà l’oggetto della delibera di giunta riguardava Francesco Saverio Romano e l’utilizzo delle intercettazioni.
Per la cronaca questo era il lancio incriminato: «La Giunta per le autorizzazioni della Camera ha respinto la proposta del relatore Roberto Cassinelli (Pdl) di dire no all’autorizzazione all’arresto. A favore di questa proposta hanno votato il Pdl e il radicale Turco. Contro, e dunque con il centrosinistra, si è espressa la Lega. E così il via libera all’arresto è passato con i nove si di Pd, Idv, Lega, Fli. L’Udc, invece, si è astenuto». «Il terzo polo - si legge ancora nel lancio - si è spaccato sul via libera all’arresto di Nicola Cosentino». Infine l’Ansa riassumeva la questione: «Cosentino è indagato nell’inchiesta sul voto di scambio in cui sono stati emessi altri 70 ordini restrittivi, di cui 60 in carcere, nei confronti di persone legate ai clan casalesi Schiavone e Bidognetti».
La guerra è fatta di battaglie. Spesso si vince. Altre volte si cade sul campo. Come nel caso in cui, sempre l’Ansa, finì nella rete dell’anonimo navigante che lo scorso 4 dicembre su Twitter aveva creato un falso «profilo ufficiale» del ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera. L’Ansa mandò in rete, alle 14,38, un lancio che gli attribuiva una decisione importante: «Non rinvieremo ulteriormente un’asta sulle frequenze televisive. Il governo intende affrontare la questione immediatamente, senza tollerare indugi».
Malgrado il nome del ministro, il messaggio era inventato di sana pianta, ma nonostante questo non destò alcun sospetto. Lo stesso Passera avvertì il servizio economico dell’agenzia giornalistica che non aveva mai avuto un profilo su Twitter. Aggiungendo: «Attenzione, è già successo in passato». Alle 14,57 la falsa notizia venne annullata, mentre nelle redazioni dei giornali si apriva un piccolo «giallo».


E giallo è stato anche sulla lettera anonima del Pdl, quella degli «scontenti» che chiedevano un passo indietro al Cavaliere. Lettera smentita il 28 ottobre scorso da Cicchitto che chiese all’agenzia Ansa di annullare. La fonte c’era, mancavano le firme. Dettagli decisivi.

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