Massimo Malpica
Si chiama «Lasilo che non cè», ma da ieri cè, e conta già tre piccoli ospiti. Ed è una struttura moderna, luminosa, colorata, funzionale. E abusiva. Perché quel nido realizzato tre anni fa dal XVII municipio in via Fornovo, grazie a un protocollo dintesa con il ministero del Welfare e con lInail, non ha mai avuto il nulla osta tecnico-sanitario dalla Asl di competenza, la Rm/E.
Il motivo, ribadito anche nellultima lettera spedita lo scorso gennaio dallazienda sanitaria al parlamentino presieduto da Roberto Vernarelli, è che «lubicazione dei locali risulta essere parzialmente interrata», elemento «in contrasto - scrive ancora lAsl - con quanto previsto dalla Legge Regionale 5 marzo 1973 n. 5».
Peccato che proprio a Prati ci siano altri asili «interrati» ma regolarmente autorizzati. La presidenza del XVII, poi, ha commissionato una perizia per evidenziare come più della metà dellimmobile sia «emersa» e adatto anche secondo la legge a ospitare bimbi. Ma la relazione è stata ignorata dallAsl. «Basta vederlo, questo asilo, per capire che non è una cantina umida ma un posto accogliente. E se la nostra perizia era di parte, bastava nominare un perito dufficio», spiega Vernarelli, allargando le braccia, prima di continuare: «Con questo asilo noi azzeriamo le liste dattesa per i nidi, dopo averlo fatto già con le materne. Forse a qualcuno questo risultato non va giù». Per capirlo, il presidente ha denunciato penalmente il dirigente dellAsl che ha firmato la lettera, presentando ricorso al Tar contro la decisione dellazienda sanitaria.
Ma intanto lasilo che non cè sè aperto «da solo». A mezzogiorno ci sono tre mamme con relativi bambini in fila nella sala dingresso. Le riceve Stefania Filipponi, già collaboratrice del XVII in altri progetti per linfanzia e ora «impegnata in questa storia, ma a titolo di volontariato». Di fronte alle incredibili difficoltà nel far partire una struttura pronta a funzionare da anni si è messa in gioco anche lei. «Qui nel quartiere cè bisogno come il pane di un altro nido», spiega accompagnando alla porta lultima mamma in visita: «Così, dopo lennesimo no dalla Asl, i genitori in lista dattesa hanno visto un pretesto dietro a quella decisione. Agendo di conseguenza».
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