Può una società a partecipazione pubblica che fornisce un bene primario come lenergia applicare un sistema tariffario irregolare, più oneroso per i piccoli consumatori e assai più vantaggioso per i grandi utenti? E può sempre questa società, dopo essere stata condannata dallAutorità per lenergia, pagare una multa, infischiarsene della condanna e rifiutarsi di effettuare il dovuto conguaglio ai consumatori? In un Paese come il nostro, può. Eccome se può.
Di questo, almeno, è convinto Furio Truzzi, inossidabile presidente di Assoutenti, che ieri ha convocato una conferenza stampa per illustrare ai giornalisti il caso Iride, e cioè il comportamento tenuto da questa società, erede dellAmga, nel cui consiglio di amministrazione siede anche anche Mario Margini, politico Ds di lungo corso e super assessore nella giunta comunale rossa presieduta da Giuseppe Pericu.
«Tutto cominciò nel 2004, quando inviai allAmga una lettera nella quale chiedevo chiarimenti sul sistema tariffario adottato - spiega Truzzi -. Anche perché mi sembrava palesemente anomalo visto che penalizzava i piccoli consumatori e avvantaggiava i grossi. La risposta fu una specie di presa in giro, in quanto mi dissero che il loro sistema tariffario era nel sito web. Non una parola, quindi, sul criterio del sistema utilizzato. Scrivo dunque una seconda lettera, questa volta indirizzata al sindaco Pericu, dove spiego tutto. Ma questa volta nessuno mi risponde. Il che sembra assurdo perché non è possibile che il sindaco non replichi a chi afferma che ci siano irregolarità nella gestione di una società partecipata dal Comune. E arriviamo così al 18 febbraio del 2005 quando lAeeg (lAutorità per lenergia elettrica e il gas) condanna lAmga a una multa e al conguaglio agli utenti danneggiati. Da nostri calcoli, presumiamo che chi ha un impianto termoautonomo, abbia diritto ad un conguaglio di circa 90 euro, chi usa solo la cucina a gas circa 35-40 euro. Se si pensa che gli utenti Amga, oggi Iride, sono oltre 320mila, dei quali meno del 10 per cento appartengono alla fascia alta dei consumi, si può immaginare di quali cifre stiamo parlando. Nel giugno 2005 lAmga paga la multa e, invece di rimborsare i clienti, semplicemente se ne infischia. Arriviamo dunque allottobre del 2006 quando, nel mio ruolo di presidente Assoutenti, scrivo allIride e allAeeg chiedendo lumi: perché non è stato fatto il conguaglio? Loro mi rispondono che, avendo pagato la multa, non devono più niente a nessuno. A quel punto il 12 gennaio come Assoutenti scrivo ancora una volta a Iride e Aeeg chiedendo il pagamento del conguaglio. E la risposta, finalmente, è venuta venerdì 9 febbraio scorso quando lAeeg, facendo riferimento alla precedente condanna del 2005, ha formalmente condannato lAmga Commerciale Spa per la mancata effettuazione dei conguagli».
Il testo della lettera dellAeeg non lascia dubbi: «Si invita codesta società a provvedere entro e non oltre 30 (trenta) giorni dalla ricezione della presente alla corresponsione dei conguagli dovuti ai clienti finali pregiudicati dalla violazione delle disposizioni di cui alle deliberazioni nn.237700, 207/03, 45/03 e 135/03. Qualora codesta società non provveda a quanto sopra richiesto, lo scrivente Ufficio proporrà allAutorità lavvio di un procedimento volto alladozione di un ordine di cessazione dei comportamenti lesivi dei diritti degli utenti».
Da parte sua lazienda Iride fa sapere che al momento non è stata recapitata nessuna comunicazione ufficiale da parte dell' Autorità.
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