L’incontro «Tolstoj ha le sembianze del folle»

«Venero Kant, ma confesso che quella sua definizione (essere il genio un esemplare “originalità della mente”) mi par un assai oscuro sinonimo, certo meno chiaro della citata definizione di Göthe, che quanto a genio se n’intendeva al pari di Kant, il quale, sia detto fra parentesi, aveva una sorella alienata». Così scriveva Cesare Lombroso in una lettera. E quando, nel 1897, trovandosi in Russia per un congresso medico, fece visita a Tolstoj (nella foto a sinistra), trovò conferma alle sue teorie. L’autore di Guerra e pace e di Anna Karenina presentava fisiognomicamente tutti i tratti distintivi del genio, cioè del folle. All’incontro fra l’antropologo italiano e lo scrittore russo Paolo Mazzarello dedicò, nel 1998, un gustosissimo saggio: Il genio e l’alienista (Bibliopolis, poi Bollati Boringhieri, 2005).

Ma una traccia della singolare visita ricevuta a Jasnaja Poljana è presente in un’altra opera del russo, Resurrezione, il suo ultimo grande romanzo, terminato nel 1899. Dove la redenzione della prostituta Katiuša serve, fra l’altro, a sgretolare il concetto di atavismo, un cardine della dottrina lombrosiana.

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