Per analizzare lucidamente il clima di malessere diffuso che attanaglia il Paese e per individuare una strategia concreta di fuoriuscita, è necessario in primo luogo «sbarazzarci» di alcuni elementi di contorno che però non costituiscono il cuore del problema: a) la lunga e robusta tradizione nostrana dellomaggio dellantipolitica sia nelle sue forme colte (Longanesi, Prezzolini, Mosca) sia nei rigurgiti giustizionalisti e qualunquisti; b) il peso sempre più pervasivo dei «nuovi media» (portali, blog, free press ecc.); c) il gioco suicida del «rinfaccio» tra la «società» e il «palazzo» (la casta e le caste, i reciproci privilegi, le retoriche e conclamate superiorità morali); d) la gran cassa offerta da alcuni autorevoli media che finora avevano teorizzato la funzione salvifica e rinnovatrice della santa alleanza tra riformisti e massimalisti.
Certo è che ora il Paese appare sfilacciato e smarrito e londata antipolitica finisce per essere la spia dellindebolimento dello spirito nazionale. Però non usciremo mai dallimpasse se non metteremo a fuoco con forza due dati fondamentali.
In primo luogo londata moralista e giustizialista nasce dal cuore della sinistra, dalla sua cultura radical-massimalista-giacobina, dalla costante propensione a gestire comunque «la Piazza» ed a vellicare ogni forma di protesta, dalla sua ricorrente vocazione a demonizzare lavversario politico (antiberlusconismo viscerale). In secondo luogo, la delusione, linquietudine, la protesta nascono dal clamoroso fallimento della politica di governo, dallincapacità a decidere ed a fare dellesecutivo, dalla propensione confusa allannuncio ed alle dichiarazioni, dalle risse continue dentro il Governo, che hanno finito per affossare i grandi miti del nuovismo e della funzione taumaturgica della Sinistra.
Due sono le vie duscita: a) ridare al più presto al Paese un Governo che dia risposte concrete ai problemi, che dia sicurezza, speranza, fiducia ai cittadini; b) ridare ai partiti democrazia interna, capacità di creare partecipazione e di costruire cultura politica.
Responsabile nazionale dipartimenti Fi
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