Fin dagli esordi, che furono narrativi, Matteo Collura, uno dei tanti siciliani trasferitisi in gioventù dalla Sicilia a Milano, ci ribadiva quanto lIsola, per abbondanza di stili, passioni, storie, valga un continente. I maestri di Collura si chiamano, i più lontani, Verga, Pirandello e De Roberto; gli intermedi, Tomasi di Lampedusa e Brancati; i più prossimi, Bufalino e soprattutto Sciascia, che è il riferimento primario, in un ordine etico ancor prima che formale.
Lisola senza ponte intitola adesso Collura una nuova raccolta di saggi (Longanesi, pagg. 217, euro 14,60), ma subito dovremmo dilatare la nozione di saggio, chiudendosi lopera in libertà di fantasia con un capitoletto, dove qualcuno racconta, in un futuro senza date, di come atterrò con la sua astronave presso le rovine di un ponte. Lì, su un vecchio foglio di carta, le parole presaghe: «Con il ponte, in Sicilia arrivarono le nuove invasioni barbariche». Estraneo alle polemiche sullopportunità di unire Sicilia e Calabria per mezzo del famigerato «ponte», Collura piega la sua trovata a un ulteriore elogio della facoltà «divinatoria» della grande letteratura, che appunto precorre i tempi e li interpreta sinteticamente. Gloria dunque agli scrittori, che tengono il campo o come caratteri, o in virtù di qualche loro personaggio, anche dei meno celebrati, ad esempio la Concetta del Gattopardo, «custode di casa Salina». Corpi e ombre, nomi e colori della Sicilia garantiscono compattezza a questa materia che non esclude la faccia luttuosa, anzi la esalta.
Proprio il tema del lutto, ma in unaccezione insolita e legata a una dimensione semiprivata, spinge Collura a cimentarsi nel più lungo tra i pezzi del volume, Andata senza ritorno per Francesco e «Ciro». Francesco, zio paterno di Matteo, caduto in Friuli combattendo nelle file repubblichine; «Ciro», partigiano attivo nel Bellunese e là, nel capoluogo, torturato e impiccato. Siciliani entrambi, entrambi saliti chissà perché al Nord. Ignoti luno allaltro: due vicende che Collura si prova a ricostruire, col sostegno degli archivi e per via dipotesi.
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