da Milano
Pantalone abita sempre sotto la Madonnina. Il milanese paga il doppio dei tributi rispetto a un napoletano, ma dallo Stato riceve meno di un quarto. In cifre fanno 811 euro di tasse pro capite, contro i 452 del contribuente partenopeo, a fronte di un ritorno di 150 euro contro 606. Un po meglio se la passano a Roma dove a testa versano 672 e ricevono 353 e a Torino con 678 euro in uscita e 381 in entrata. Ma, nonostante questo, Milano spende una media di 193 euro per residente per i bambini (Napoli 106), 97 euro per gli anziani e lassistenza alla persona, con la Roma di Walter Veltroni ferma a 32. E, per gli investimenti strutturali 610 euro di «risorse proprie per cittadino». Torino e Roma la metà. Napoli? Zero. Solo contributi erogati dallo Stato e da altri livelli della pubblica amministrazione. In compenso allombra del Vesuvio si spende un terzo del bilancio (ben 188 euro per cittadino) per «raccolta, smaltimento rifiuti e pulizia strade». Con risultati che sono sotto gli occhi di tutti. Milano? Grazie ai ricavi dellAmsa, nemmeno un euro.
A promuovere il rito ambrosiano, unica tra le quattro metropoli prese in considerazione a guida centrodestra, una ricerca commissionata dalla Fondazione Civicum alla Scuola di direzione aziendale delluniversità Bocconi. Tabelle e grafici per mettere a confronto i conti dei grandi Comuni italiani alla vigilia della discussione dei bilanci 2007. Un vero rebus per i primi cittadini dopo i tagli della Finanziaria del «sinistro» governo Prodi che, solo a Milano, significheranno 48 milioni di euro in meno. «Efficienza, efficienza, efficienza», continua a ripetere il sindaco Letizia Moratti agli assessori che le chiedono come si garantiranno gli stessi servizi. E allora, leggendo tra le pieghe della ricerca, si scopre che a Milano negli ultimi anni smaltire un quintale di rifiuti è costato sempre di meno. Oltre 29 euro nel 2002, 28,12 nel 2003 e 27,28 nel 2004. Con costi ancora in discesa, dopo la costruzione dei termovalorizzatori che distruggono immondizia e creano calore per il riscaldamento di interi quartieri. A Torino, invece, si spendevano 29 euro nel 2002, se ne sono spesi addirittura 37 nel 2004. Se si parla, invece, di istruzione, cultura e welfare si scopre che Torino è la città che spende di più (il 21 per cento). In coda sempre Napoli col 9 per cento. Incredibile il dato di giustizia e sicurezza con Milano che investe il doppio (10,12 per cento) rispetto a Napoli (5,70). Più in linea Roma (10,63) e Torino a 8,76. Sintomatico che, nonostante limpegno maggiore, Milano riesca addirittura a guadagnare dalla gestione della polizia locale. Mentre Roma spende 101 euro per cittadino, Napoli 77 e Torino 24, Milano ne guadagna 13. Come per la gestione dellacquedotto da cui ricava 20 euro per residente, mentre Torino ne perde 2, Roma 8 e Napoli addirittura 39. Per i trasporti pubblici Roma e Napoli spendono 113 e 132 euro a persona, Torino 35 e Milano solo 19, dato che lAtm è addirittura in attivo. Musei, biblioteche e pinacoteche? Sembra che i Comuni non se occupino con mentalità imprenditoriale dato che costano dieci volte più di quanto incassino. E così il «salasso» ammonta a 32 euro per milanese, 23 per torinese e 16 per romano. La più efficiente qui è Napoli, ferma a soli 6 euro. Da notare lo scarso impegno del Comune di Milano, capitale delleconomia e dello sviluppo, che in questo settore investe un modestissimo 0,74 per cento. La surclassa Torino con un corposo 5,63. Ma Milano torna a far la parte del leone se si parla di viabilità e ambiente. Ben l80 per cento di quanto investito nelle infrastrutture va per la lotta al traffico e allo smog. Segue Roma ferma al 63 per cento, Torino con il 39 e Napoli con il 30. Le strutture per gli anziani? Un preoccupante zero nelle caselle di Milano, Roma e Napoli. Per Torino un misero 2 per cento.
«Milano - conclude la ricerca della Bocconi - presenta la più alta propensione allinvestimento con risorse proprie, aggiuntive rispetto ai trasferimenti ricevuti da Stato e Regione. Le priorità sono i trasporti, la viabilità e ledilizia residenziale pubblica. Anche Roma punta su trasporti e viabilità. Torino ha una maggiore propensione per i teatri, le biblioteche e i musei».
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