L’ultima maledizione dell’Aquila: pioggia, gelo e una notte di scosse

Neanche il tempo di sbarazzarsi della paura dei crolli. La maledizione che l’Aquila sta vivendo dallo scorso 6 aprile si aggiunge di un altro timore. Le migliaia di sfollati delle tendopoli sono state svegliate ieri da raffiche di vento e pioggia battente. E poi c’è il vero spettro pronosticato dai meteorologi: il freddo, più il solito terremoto. Ieri sera, altre due scosse. Una alle nove e l’altra più violenta alle 23.15, di magnitudo 4.9, una di quelle che sentono anche a Roma: non ci sono state altre vittime. Secondo le rilevazioni dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, l’ultima scossa è stata la più forte calcolata dopo quella distruttiva della notte del 6 aprile, di magnitudo 5.8.
Nonostante questo le città di tende non hanno rinunciato a onorare la Pasquetta. A patire maggiormente il maltempo sono state le frazioni dell’Aquila, dove gli ultimi impianti di riscaldamento sono stati attivati solo in tarda serata. La tendopoli di Piazza d’Armi, nel capoluogo, ha reagito alla pioggia e al vento con spirito d’adattamento e senso d’organizzazione.
Rinforzate le tende, gli abitanti hanno superato la paura del freddo, allestendo tavoli da pranzo e un angolo karaoke dove potersi incontrare. Due parrucchieri si sono alternati nel servire uomini e donne, mentre alcuni sfollati si sono trovati per pregare nella zona adibita alle celebrazioni religiose, nella speranza che il cielo sia più clemente nelle prossime ore. Ieri, infatti, il vento e la pioggia caduta alle prime luci dell’alba hanno costretto la Protezione civile a sostituire alcune tende nel campo di Onna, dove si sono registrati i primi casi di febbre da raffreddamento e dove si teme l’irrigidimento delle temperature, annunciato dai meteorologi per i prossimi giorni. La notte scorsa la temperatura ha fatto registrare 3 gradi, ma a impensierire gli abitanti è stata soprattutto la pioggia. La Protezione civile ha allontanato l’emergenza infiltrazioni, sostituendo le strutture inadatte con tende impermeabili; griglie contro il fango sono state posizionate nelle tendopoli più a rischio.
Intanto lo sciame sismico fa registrare un lieve spostamento verso il nord del capoluogo abruzzese. A Campotosto si sono avvertite lievi scosse, con la temperatura che ieri segnava appena due gradi e con una bufera di neve che ha spazzato via la tenda più grande del paese. Emergenza maltempo anche nelle zone di Barisciano, San Demetrio, Villa Sant’Angelo, nei comuni di Montereale, Capitignano. A Teramo molti abitanti dormono da giorni lungo la costa, in case al mare o in camper noleggiati.
Nel pomeriggio si è sparsa anche una nuova preoccupazione, la diffusione di raffreddori e influenza. Una sciocchezza per chi vive sotto un tetto. Un dramma per loro. In serata però la presenza di stufe nelle tendopoli ha raggiunto una copertura quasi totale. La ghiaia, fatta spargere per impedire che il fango generasse altri problemi, ha resistito per tutta la giornata. Nel campo di Piazza d’Armi gli sfollati più giovani hanno giocato a calcio o a basket. Mentre per asciugare gli abiti bagnati dalla pioggia sono stati attrezzati lacci dove stendere il tutto.

L’influenza è arrivata anche per alcuni sfollati della cintura dell’Aquila, ma ovunque prevale la voglia di ricominciare. Domenica nella tenda chiesa allestita a Paganica è stata battezzata Giada. A farle da padrino, un funzionario della Protezione civile.

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