da Parigi
Rashida e Xavier sono i due portavoce della campagna elettorale di Nicolas Sarkozy. Lei, Rashida Dati, ha 41 anni ed è un ex magistrato. Viene da una famiglia islamica - padre immigrato dall'Algeria e madre dal Marocco - ed è considerata il successo vivente dell'integrazione degli immigrati nella società francese. È una giurista di prim'ordine e un'intellettuale di tutto rispetto, apprezzatissima da personalità politicamente schierate da tutte le parti. «È una donna rigorosa», dice di lei l'ex braccio destro del presidente Mitterrand, Jacques Attali. Il celebre giurista Guy Braibant - l'intellettuale comunista più apprezzato di Francia - considera Rashida Dati come una donna eccezionalmente intelligente, dinamica e volonterosa. L'ideale per una campagna elettorale. Lo sa bene Nicolas Sarkozy, che ha scommesso su di lei, benché il suo nome fosse completamente sconosciuto al grande pubblico.
Al momento della rivolta di fine 2005 nella banlieue di Parigi, il ministro dell'Interno Nicolas Sarkozy è stato indicato da molti giovani di colore come una minaccia alle loro speranze d'integrazione in Francia. Secondo Rashida Dati le cose stavano esattamente all'opposto: solo impedendo le violenze dei più facinorosi la grande maggioranza dei giovani immigrati avrebbe potuto sperare in un avvenire migliore. Così - quando il calciatore Lilian Thuram ha accusato Sarkozy di prendersela ingiustamente con le persone di origine straniera - Rashida ha organizzato l'incontro tra i due. «Credo che adesso si rispettino», dice con malcelato compiacimento. Aver scelto lei come sua portavoce in una campagna elettorale tanto difficile è stato - dal punto di vista di Sarkozy - un atto di fiducia e d'apertura nei confronti di tutti i francesi figli dell'integrazione e animati dal desiderio d'integrarsi presto e bene con la forza di volontà e la voglia di lavorare.
L'altro portavoce di Sarkozy è un francese dall'aria simpatica e un po' pacioccona. Fa parte della nuova generazione degli esponenti di centrodestra ed è considerato come un personaggio aperto al dialogo con tutti. Si chiama Xavier Bertrand, ha anche lui 41 anni e ha cominciato a militare nel centrodestra ai tempi dell'università. Al referendum del 1992 sul trattato di Maastricht ha fatto campagna per il no, ma a quello del 2005 sulla Costituzione europea è stato uno dei membri del governo più impegnati a favore della ratifica. Oggi è ministro della Sanità ed è il più popolare di Francia. Il 17 gennaio l'annuario parlamentare francese (il cosiddetto «Trombinoscope») ha consegnato al Senato i premi per i personaggi politici del 2006 e proprio Xavier Bertrand ha ricevuto la ricompensa di «ministro dell'anno».
Ieri il quotidiano economico parigino La Tribune ha pubblicato unintervista a Xavier Bertrand, in cui viene spiegata la strategia sociale di Nicolas Sarkozy in caso di vittoria alle elezioni presidenziali in calendario per il 22 aprile (primo turno) e per il 6 maggio prossimi. Sarkozy intende farla finita con gli scioperi selvaggi nel settore del pubblico impiego e in particolare nella sanità e nei trasporti. La sua convinzione, di cui si è fatto appunto portavoce Xavier Bertrand, è che il diritto di sciopero - soprattutto nei trasporti - debba essere esercitato in condizioni più «regolamentate» di ciò che accade attualmente in Francia. Dunque è necessario stabilire un codice di comportamento, che di fatto limiterebbe il ricorso indiscriminato a scioperi che danneggiano gravemente la popolazione.
Nellintervista alla Tribune, Bertrand tocca anche il problema fiscale, annunciando che, in caso di successo del centrodestra alle prossime elezioni, «il 95% di coloro che dichiarano una successione saranno esentati dal pagamento della relativa imposta».\
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