da Roma
«Siamo bombardati da una campagna mediatica priva di significato. Si parla di nuovi piani, di altre proposte straniere. Ma la vera alternativa è una sola: la disoccupazione». Alessandro Cenci, responsabile piloti della Fit-Cisl, favorevole ad un accordo con la Cai, sgombra il campo da facili illusioni. E contesta la linea del «no» portata avanti innanzitutto da Anpac, Up e Cgil.
Sperate ancora di far cambiare idea a chi si oppone allunica vera proposta in campo?
«Domani (oggi, ndr) proveremo ad incontrare i nostri colleghi a Fiumicino, perché 60mila persone, se si considera lindotto, rischiano di finire sul lastrico. Ed è irresponsabile spaventarli con informazioni tendenziose, come nel caso dei tagli alle retribuzioni. Gli stipendi rimangono invariati, a fronte di una legittima richiesta di aumento di produttività».
Ma lAnpac non sembra voler sentire ragione. E cè chi afferma che dietro il suo «no» ci sia la difesa di interessi corporativi.
«Guardi, di fronte al fallimento è inutile arroccarsi. Anche perché operiamo in un regime di licenza provvisoria. Detto questo, dopo lincontro dell11 settembre con lazienda, Anpac e Up comunicarono di aver trovato un pre-accordo, di cui però non sono mai stati resi noti i termini. Al momento, si sa solo di una bozza di lavoro modellata sul contratto Airone, che non è certo da colf. Anzi, in alcune parti, è pure migliorativo di quello Alitalia».
Comunque sia, il tempo stringe. E il commissario Fantozzi sta per lanciare unasta pubblica.
«Si tratta di un atto dovuto. Ma Lufthansa, British Airways e Air France avevano già comunicato il loro responso negativo. Quindi, è ovvio che, prima di muoversi, in ogni caso aspettino il fallimento della nostra compagnia di bandiera».
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