L’uomo che fa le scarpe ai cavalli

Molti giovani, ancora oggi, sognano il posto fisso per avere certezza economica e una vita agiata. Francesco Broggi, dieci anni fa, raggiunto questo ambito traguardo, lascia la vita un po' ovattata e schematizzata, per fare il maniscalco, un mestiere duro e pericoloso dove occorre molta forza, mista a maestria per placare cavalli a volte irrequieti. «Con il diploma di ragioniere in saccoccia, mi sono iscritto alla facoltà di Economia e Commercio a Milano, studiavo con impegno - racconta Broggi - la sera, per distrarmi, andavo nella palestra di Varese, città dove abitavo, facevo tutte le specialità della ginnastica artistica. Dopo tre anni di studi, ho vinto il concorso per entrare in banca, l'istituto di credito della mia città mi ha collocato allo sportello, sono diventato bancario. La sera studiavo per preparare gli ultimi esami universitari che ancora dovevo superare».
Dopo due anni arriva la laurea in Economia e Commercio che Broggi appende alla parete dell'ufficio, ma dopo qualche tempo, la vita del bancario opprime il suo carattere libertario ed irrequieto, le strategie di investimento, o ancor peggio, le correzioni di bilancio lo sviliscono, per non parlare delle code sulla tangenziale, tra nebbia e smog, con il mal di stomaco per il panino del pranzo. Francesco pensa alle vacanze a Zoagli che faceva da studente, ricorda le belle cavalcate sulle colline dell'entroterra ligure, ripensa con nostalgia ai cavalli, ai maniscalchi che li ferravano, ai maneggi, al rumore dei colpi di martello e a quel sano odore di stallatico. Una sera, demotivato più del solito dalla vita dell'ufficio, Broggi dà una svolta alla sua vita! «Mamma mi mantieni economicamente ancora per due anni? Mi licenzio dalla banca e vado a fare un corso regionale per diventare maniscalco! Voglio vivere libero, all'aria aperta tra il verde della campagna e sentirmi i raggi del sole che mi scaldano e dare sfogo alla mia vitalità - la mamma sconsolata lo ascolta - vado a vivere a Zoagli dove ho sempre passato le più belle vacane estive!».

Né le preghiere della famiglia, né la futura carriera promessa dal direttore della banca, riescono a distogliere il futuro maniscalco che si iscrive al corso e, in due anni, supera tutti gli esami tecnici e pratici.
Perché ha scelto un mestiere così faticoso preferendolo a un lavoro stabile e ben remunerato? (...)
SEGUE A PAGINA 38

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