«L’uomo moderno? È un paradosso stile Gainsbourg»

«L’uomo moderno? È un paradosso stile Gainsbourg»

Quando Serge Gainsbourg si definiva «l'uomo dalla testa di cavolo» (riferendosi alla sua bruttezza), per le donne era già un idolo, mentre gli uomini copiavano il suo stile «no look». Ora il fascino «maudit» dell'artista che con Jane Birkin cantava «Je t'aime ... moi non plus...», e che non ha mai smesso di essere un'icona di stile, ispira la collezione per la prossima primavera-estate di Dondup. «I paradossi e i contrasti di questo artista e cantante controverso rientrano pienamente nella nostra filosofia», spiega Kevin Morley, co-designer della direttrice creativa Dondup Manuela Mariotti. «Si metteva spesso nei guai, viveva la sua vita sfidando i tabù e aveva uno stile senza sforzo: sembrava sempre che si mettesse le prime cose trovate nell'armadio, ma aveva sempre un look giusto e chic».
Kevin Morley, ci dica, oggi esiste un uomo così?
«Oggi è difficile trovare uomini così fra i personaggi, perché tutti sono circondati da stylist, pr, stilisti… non so se la naturalezza esiste ancora. Oggi sono tutti più costruiti rispetto a una volta».
La vostra collezione invece torna a un look più istintivo?
«In nostro è un classico con grinta, uno stile immediato e naturale. Ma tutti i capi hanno una vestibilità perfetta, i materiali sono di alta qualità e c'è sempre grande attenzione ai dettagli, tutti temi ricorrenti del dna Dondup».
Un classico reinterpretato, soprattutto perché c'è molto colore…
«Siamo un'azienda italiana: i colori vivaci e brillanti io li associo molto allo stile italiano, ci appartengono e ci piacciono. L'estate porta allegria e ti fa star bene ed è bello vedere i colori. Anche addosso a un uomo».
In collezione avete anche giacche rosa e camicie e fiori. È ora che l'uomo cominci a osare?
«L'uomo non si deve per forza sempre vestire con i colori canonici, ce ne sono tanti altri… Non abbiate paura, ma sperimentate: questo è il nostro messaggio».
In questo periodo di ritorno al classico, quindi voi siete in controtendenza?
«Cerchiamo di fare le cose che ci appartengono, che fan parte del nostro dna e della nostra storia, tutto qui, speriamo che piacciano: non si può accontentare tutti...»
Quanto è importante per voi la ricerca?
«Nel nostro lavoro c'è sempre moltissima ricerca, sia a livello di stile che di prodotto, con nuovi materiali e filati. Ad esempio ora lanciamo la maglieria 100% viscosa fatta con filati finissimi: un materiale femminile, che però su capispalla e maglioncini maschili è perfetto perché fresco e ricco allo stesso tempo. Facciamo tanta ricerca anche sulla vestibilità, per cercare di migliorare capi del guardaroba maschile, per evolverlo e migliorarlo anche in base alle esigenze di oggi».
Le novità più grosse?
«Il fresco lana super 120, un tessuto che arriva dal mondo dell'abito classico, da noi reinterpretato: non facciamo l'abito ma i pantaloni "da confezione", taglio asciutto, vita alta e lunghezza appena sotto la caviglia».
Il pezzo forte dell'estate?
«La giacca, da usare anche quando, come adesso, siamo vicini ai 40 gradi. Per questo abbiamo usato un cotone superleggero molto battuto, come la tela del paracadute, ma che ha una maggiore vestibilità grazie a una percentuale di lycra: così pur essendo superleggera, rimane strutturata».
Il capo irrinunciabile per le giornate più calde?
«Il pantaloncino e il bermuda, da portare anche in città abbinato a una camicia e a una scarpa formale, anche stringata.

Arriverà il giorno in cui il bermuda sarà permesso anche in ufficio, ma deve essere un bermuda sopra il ginocchio e molto formale: da portare anche con la giacca. Arriverà anche il momento dei sandali da uomo da portare anche in città. Attenzione, però, perché devono essere puliti e non lavorati, come i nostri, che hanno anche una micro zeppa».

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