La prima passeggiata delluomo su Marte è stata virtuale, ma lemozione è autentica: ci si comincia a preparare a un futuro che finora era considerato fantascienza e che gradualmente sta diventando reale. Due dei sei astronauti russi, europei e cinesi, chiusi da otto mesi in una finta navicella spaziale a Mosca, hanno simulato un atterraggio su Marte, nel quadro di un viaggio di studio la cui durata complessiva è di un anno e mezzo. Ad uscire dal modulo spazialesono stati il russo Alexandre Smoleevskiy e litalo-colombiano Diego Urbina, indossavano le tute Orlan, una versione leggermente modificata delle tute che i russi usano per le passeggiate spaziali. Reali sono state, per esempio, tutte le sensazioni fisiche e psicologiche provate dai primi due uomini che hanno lasciato le loro impronte sulla sabbia rossastra del suolo marziano riprodotto nel simulatore utilizzato nella missione Mars 500, voluta dallAgenzia Spaziale Europea (Esa) per studiare le conseguenze di un lungo viaggio a bordo di unastronave e in condizioni di isolamento.
I cinque moduli cilindrici nei quali sei uomini hanno finora trascorso otto dei 17 mesi previsti dalla missione si trovano nellIstituto sui Problemi Biomedici (Ibmp) di Mosca: tre di essi riproducono lastronave, uno il veicolo di atterraggio su Marte e il quinto il suolo marziano.
«Arrivare su Marte è il sogno delluomo da molti decenni e oggi si è trasformato in realtà, anche se per ora solo virtualmente» spiega Simonetta Di Pippo, capo del Direttorato dellEsa per il Volo umano. «I marsonauti chiusi in un bunker vicino a Mosca spianano la strada allesplorazione del sistema planetario. Grazie alla loro generosità e alla loro dedizione, stiamo raccogliendo molti preziosi dati sulle condizioni di isolamento estremo che dovranno affrontare i futuri esploratori spaziali».
Dalla Stazione Spaziale Internazionale li ha salutati anche lastronauta Paolo Nespoli: «Grazie per aprire a tutti noi la strada verso il futuro!», ha scritto su Twitter lastronauta dellEsa allequipaggio di Mars 500.
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