«Una passione che divora lanima, che va al di là del puro collezionismo. Un amore viscerale», quello per i libri antichi del senatore Marcello DellUtri, uno dei più raffinati e sensibili bibliofili del mondo. «Nelle sue mani i volumi, da oggetti inanimati, acquistano un cuore», racconta Matteo Noja, conservatore della Biblioteca di via Senato a Milano, la prestigiosa collezione privata creata dal senatore e messa a disposizione del pubblico che, su appuntamento, può consultare un patrimonio di inestimabile valore, raccolto in anni e anni di minuziose ricerche tra prestigiose librerie antiquarie in tutto il mondo e umili bancarelle, nascoste nei paesi più sperduti della provincia italiana. Dal Fondo antico al Fondo di storia dellimpresa in Italia dallunità ad oggi, dalla sezione di storia e politica a quella di arte e architettura fino alla fantascienza.
«Come Borges insegna - spiega Noja - ogni libro rimanda a mille altri. Basta una nota a fondo pagina con un nuovo riferimento e subito un appassionato è assalito dal desiderio di trovare altri volumi. Chi si accosta a questo mondo si rende conto che creare una collezione è quasi unutopia: il numero di libri pubblicati dopo la nascita della stampa è infinito, come quello delle nuove pubblicazioni». Ed è proprio dalle basi del principio utopico che è nato linteresse del senatore per autori come Erasmo, Tommaso Moro, Giordano Bruno e Tommaso Campanella, tutti sempre alla ricerca di un luogo dove potesse esistere un buon governo per la società civile e tutti in lotta con gli strenui difensori dello status quo. «Il Fondo antico è sicuramente il più prestigioso della Fondazione e molta attenzione è dedicata al pensiero filosofico legato allutopia così come alleconomia e alla raccolta dei pensatori illuministi francesi e italiani, una raccolta che oggi può competere con la Fondazione Feltrinelli».
La Fondazione raccoglie un immenso patrimonio con tutte le prime edizioni di autori come Bruno e Campanella e con opere rarissime come lHypnerotomachia Poliphili, considerato un testo oscuro, un sogno al limite tra lesoterismo e loccultismo. «Un volume di sconvolgente bellezza - racconta Noja incantato -. Uno dei libri più perfetti mai pubblicati dopo linvenzione della stampa. Carta bianchissima e pagine che scrocchiano quando si sfogliano, un libro davvero seducente, stampato a Venezia da Aldo Manuzio alla fine del Quattrocento». Quasi un migliaio, tra incunaboli e cinquecentine, le edizioni di Dante precedenti al Settecento, tra cui quella commentata da Cristoforo Landino e pubblicata a Brescia da Bonino de Boninis nel 1487. E poi ancora la Stultifera Navis di Sebastian Brandt, edito a Basilea nel 1497.
Grande la passione di DellUtri per Dante e Manzoni. Di questultimo sono conservate molte prime edizioni comprese quelle de Il Cinque maggio e de I promessi Sposi, illustrata a insaputa del Manzoni. Alcune di queste meraviglie ogni anno, a marzo, sono esposte alla mostra del Libro antico a Milano, il maggior evento mondiale del settore, creato dal senatore DellUtri e giunto alla 18ª edizione, con 64 librai antiquari di tutto il mondo presenti e più di 15mila titoli. «Per il presidente della Fondazione - conclude Noja - la qualità è fondamentale.
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