da Pordenone
Ladri artisti, questo è certo. Perché introdursi in un appartamento romano blindato come una cassaforte, staccare dalla parete un Giandomenico Tiepolo datato 1765, anno più, anno meno, e filarsela indisturbati col prezioso bottino, è unimpresa che solo degli artisti del furto possono compiere. Il guaio è che questi artisti nulla sanno dellarte vera, visto che i frutti di cotanta destrezza sono stati sbrigativamente liquidati nel canale allingrosso dei mercatini, roba da poche centinaia di euro al pezzo. E quando leggeranno che le opere rubate, recuperate nei giorni scorsi dai carabinieri del Comando provinciale di Pordenone, valevano milioni di euro, minimo minimo andranno a iscriversi a un corso accelerato di storia dellarte. Il Tiepolo in questione (Giandomenico, Venezia 1727 - 1804, è il figlio del più famoso Giambattista), una tela intitolata «Scena carnevalesca», 89 centimetri per 110, era stato acquistato da un ignaro cliente a un mercatino darte per un migliaio di euro. Certo, in tutto questo passar di mano di tele antiche e preziose, lincompetenza e lignoranza sembrano regnare sovrane. Salvo quella dellultimo acquirente, che forse è stato solo fortunato, o forse si è reso conto che stava per fare laffare della vita. Tutto inutile, perché poi i carabinieri di Pordenone, al termine di unindagine molto complessa nel corso della quale sono state utilizzate le ultime diavolerie della tecnica per controllare le persone coinvolte, sono risaliti fino alla casa di Portogruaro (Venezia) dove era custodito il dipinto rubato a un collezionista di Roma qualche mese fa: un noto avvocato.
Non è stata questa lunica opera rubata dallorganizzazione, abile ma priva dei rudimenti culturali necessari per capire il tesoro che era riuscita a mettere insieme: secondo i carabinieri sarebbero 14 le opere rubate in varie ville della capitale, per un valore complessivo che sfiora i tre milioni di euro. Oltre a queste cè anche unicona greco-ortodossa, proveniente presumibilmente da Costantinopoli, dal valore inestimabile.
Nella loro complicata inchiesta, i carabinieri hanno setacciato i mercatini delle pulci del Nord Est, spingendosi fino ai rigattieri, ai robivecchi, visto che lorganizzazione criminale aveva scelto questi inusuali canali per vendere la refurtiva sgraffignata dalle ville di diversi collezionisti.
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