Di padre italiano e madre americana, Eugenio Finardi canta le sue due origini così: «A Boston cè la neve e si muore di noia/ urla tristi di gabbiani sullacqua della baia/ gente dalla pelle grigia che ti guarda senza gioia/ tutti freddi e silenziosi/ chiusi nella loro storia \/ Ma poi, tornati qui a Milano, sembrano tutti americani/ vivono vite di sponde, ciechi ai loro problemi/ vorrei metterli su di un Jumbo e poi fargliela vedere/ quellAmerica senza gioia, sempre in vendita come una troia».
Dagli Stati Uniti - si è appreso dal New York Times - ci vedono più tristi di loro, dopo averci pretesi sempre allegri, dediti alla Dolce vita, fischiettanti I Sing Amore? È perché lamerican way of life - che Robert Redford sintetizza così: «Vince chi muore più ricco» - è diventato anche litalian way of life.
Peggio: raggiunto il benessere, ci siamo illusi che fosse per sempre. Castrazione nucleare, tigri asiatiche, rigori delleuro hanno rivelato che o si torna - tutti, non soltanto gli immigrati - a lavorare tanto per poco - al modo cinese, che era poi il modo italiano - o il passato della Cina sarà il futuro dellItalia. Qui qualcuno non vuole il ritorno al sacrificio di sé, perché impopolare, e auspica la repressione degli altri, prendendo gli americani come modello. Eppure fra loro, società mercantil-protestant-ebraica, e noi, cultura contadin-cattolica, sono tante le differenze.
Ma andiamo allessenziale per rimetter al suo posto chi, quando parla di libertà, intende quella economica, assicurata anche da Pinochet, e trascura quella personale. Ecco dunque alcuni dati su di essa raccolti là dove si legge il New York Times.
Con un ventesimo della popolazione mondiale, gli Stati Uniti hanno un quarto dei carcerati nel mondo (sei volte più che nellUnione Europea, che ha cento milioni dabitanti in più); su trecento milioni di cittadini, due milioni e trecentomila sono detenuti (in proporzione è come se lItalia ne avesse quattrocentomila), ai quali si aggiungono quattro milioni e centomila persone in libertà vigilata e ottocentomila in libertà sulla parola. In totale oltre sette milioni.
Fra i venticinque e i ventinove anni detà i detenuti di colore sono l8 per cento (contro l1 per cento di bianchi e il 2 per cento di ispanici). Sono più i giovani di colore chiusi in carcere che quelli iscritti negli atenei.
LItalia ora è triste? LAmerica sempre è senza gioia.
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